Sanihelp.it – Tutta la comunità scientifica italiana è compatta in questo momento nel ribadire che fare scorte di compresse e integratori a base di iodio in questo momento per scongiurare i rischi connessi con un attacco nucleare in Ucraina sono al momento infondati.
Lo ribadisce anche la Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) secondo la quale non è ammissibile la richiesta in farmacia di compresse di iodio, da assumere per prevenire o per arginare possibili danni provocati da emissioni radioattive. «Da parte delle Autorità competenti – ha spiegato Andrea Mandelli, Presidente FOFI non vi è alcuna indicazione all'approvvigionamento di iodio per un’eventuale minaccia nucleare. Pertanto, la richiesta di medicinali a base di questa sostanza è del tutto ingiustificata. L’uso indiscriminato e inconsapevole di questi prodotti è da sconsigliare, sia a scopo preventivo, per il quale non vi sono evidenze di efficacia, sia per finalità terapeutiche. L’assunzione di farmaci a base di iodio, come per tutti i medicinali, deve avvenire esclusivamente su indicazione e sotto la supervisione del personale sanitario, e in base agli indirizzi delle autorità sanitarie competenti».
La profilassi, dunque, è del tutto insensata in questo momento.
Semmai sciaguratamente si dovesse avverare un evento tanto terribile, gli integratori sarebbero del tutto inutili e servirebbero i farmaci, quelli a base di ioduro di potassio che necessitano però di ricetta medica.
In caso di incidente nucleare esiste un piano per assicurare questo farmaco agli under 18, alla donne in gravidanza e allattamento. I
l farmaco è riservato a loro poichè si è visto che il rischio di sviluppare un tumore alla tiroide a causa delle radiazioni nucleari cala sensibilmente dopo i 40 anni.
Con una dieta equilibrata e con l’uso regolare di sale iodato, almeno in questo momento non ha alcun senso integrare la dieta con iodio.
