Sanihelp.it – Un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge guidati da uno studioso italiano del CNR di Catanzaro hanno svolto un lavoro di ricerca, pubblicato sulla rivista Biological Psichiatry volto accertare quanto l’alimentazione possa influenzare il nervosismo umano.
È noto, infatti, che una riduzione dei livelli di serotonina a livello dei circuiti neuronali che collegano l’amigdala con la corteccia pre frontale determina una prevalenza dei comportamenti aggressivi; gli studiosi, perciò, sono andati a valutare gli effetti di una dieta povera o al contrario ricca di triptofano, un aminoacido presente negli alimenti e precursore della serotonina, su 30 volontari sani.
Si è visto che la carenza o l’assenza di triptofano nella dieta si traduce in umore negativo con nervosismo e stress: nella vita quotidiana una carenza di triptofano è identificabile nelle persone abituate a saltare il pranzo o che non ne assumono abbastanza con la dieta.
Per fare il pieno di questo prezioso aminoacido al mattino è consigliabile fare una bella colazione con latte e biscotti di farina integrale, a pranzo e a cena almeno una porzione di agnello o tacchino oppure orata o sogliola con contorno di fagiolini o zucchine; per finire in bellezza è buona norma gustare una scaglia di pecorino romano o di crescenza.
Le linee guida raccomandano un apporto quotidiano di triptofano pari a 350 mg: ottime fonti alimentari di questo aminoacido oltre a quelle già citate sono costituite dai funghi coltivati, le uova, i latticini, la bieta, gli spinaci, il cacao amaro, le noci, le mandorle, il merluzzo, il tonno, le alici, il maiale e il vitello.
Gli autori dello studio tengono a sottolinerare che anche se lo studio è stato realizzato su volontari sani le fluttuazioni dei livelli serotonina sono alla base di una vasta gamma di disturbi psichiatrici caratterizzati da comportamento violento.