Sanihelp.it – Dal 18 al 20 settembre durante il congresso Sinuc (Società Italiana Nutrizione Clinica e metabolismo) si è spaziato dalla terapia nutrizionale nelle patologie croniche che rappresentano un esempio di medicina personalizzata, alla nutrizione nei reparti di terapia intensiva, all’approccio critico alle linee Guida e si è parlato diffusamente anche di microbiota intestinale.
Fra i tanti argomenti toccati, anche quello della dieta mima digiuno, della quale ultimamente si parla molto.
Il digiuno seguito correttamente può giovare all’organismo umano?
Il digiuno ora sembra essere più che altro la moda del momento, ma in realtà è diffuso in tutte le culture da millenni. Era la risposta obbligatoria, non possiamo dimenticarlo, ai periodi di carestia che hanno sempre colpito l’umanità.
« Molti studi scientifici evidenziano ora come il digiuno controllato ed in soggetti sani determina un miglioramento di alcuni marcatori surrogati di longevità (es., stato infiammatorio, pressione arteriosa, livelli di glicemia, …). Tuttavia, la pratica del digiuno non è semplice da osservare. Per questo motivo, è stata sviluppata la dieta mimadigiuno. Con tale termine, si identifica un programma alimentare ipocalorico della durata di 5 giorni e sviluppato sulla base degli studi del prof. Longo dell’Università della California. In pratica, la composizione in carboidrati, lipidi e proteine della dieta mimadigiuno è in grado di attivare gli stessi meccanismi molecolari che studi animali hanno dimostrato favorire la longevità in salute» spiega il Professor Alessandro Laviano Professore Associato di Medicina Interna presso il Dipartimento di Medicina Clinica, Università Sapienza di Roma.
Cosa prevede in pratica la dieta mima digiuno?
Per 5 giorni si mangia poco ma per l’ organismo è come se non si mangiasse nulla. L’efficacia e la sicurezza della dieta mimadigiuno è stata recentemente dimostrata in uno studio clinico su soggetti sani, con riscontro del miglioramento degli indici di longevità in salute.
«Ovviamente, non bastano cicli di 5 giorni di mimadigiuno ripetuti 3-4 volte l’anno a ridurre il rischio di sviluppare malattie cronico-degenerative, se poi non si modifica anche la dieta degli altri giorni, favorendo ad esempio le proteine vegetali ed i prodotti integrali e non raffinati» precisa Laviano.
Una peculiarità della dieta mimadigiuno è quella di stimolare la produzione anche in soggetti adulti di cellule staminali mesenchimali, potenzialmente in grado di rigenerare tessuti danneggiati da malattie o dall’invecchiamento.
L’aumento delle ricerche sui regimi mima-digiuno sta facendo emergere altri interessanti effetti come la produzione di molecole anti-età e la modificazione in positivo della flora microbica intestinale.
I digiuni attuali prevedono una formula intermittente con astensione dal cibo per alcune ore durante il giorno, seguite da finestre durante le quali ci si può alimentare.
Il digiuno intermittente ha mostrato effetti sulla longevità ma, come testimonia anche un nuovo studio condotto presso l’University of Southern California e pubblicato su Cell un regime mima-digiuno è in grado di ridurre i sintomi di patologie infiammatorie intestinali come il morbo di Chron e la Sindrome da Intestino Irritabile.