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Spreco alimentare: quanto mi costi?

Sanihelp.it – Lo spreco alimentare è un grosso problema per il pianeta e per le tasche di ognuno di noi.


Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market/Swg, lo spreco di cibo in Italia è quantificato in circa 10 miliardi di euro, in larga parte riconducibile a comportamenti non corretti all’interno delle nostre case.

Quello che si impone a tutti è un cambiamento radicale delle abitudini perché solo così si riuscirà a ridurre l’uso dei pesticidi, lo spropositato consumo di acqua, terra ed energia e le emissioni di CO2.
Secondo un sondaggio   condotto da Ono Exponential Farming, l’innovativa start-up   di   Verona   focalizzata   su   soluzioni   di   agricoltura   verticale   ad   alta tecnologia e orientata al massimo livello di sostenibilità, la maggior parte degli italiani sono consapevoli che per garantire un futuro ai propri figli devono modificare il proprio modo di nutrirsi.

Tale cambiamento incuriosisce un  50% degli interpellati, ma un po’ anche spaventa.

Un 30% infatti, ha ammesso di essere spaventato di dover portare in tavola cibi sintetici creati in laboratorio. 

Una buona fetta di ottimisti crede invece che un giorno imbandiremo le nostre tavole con alimenti più genuini e nutrienti di quelli di oggi.

A confermare questo approccio di positività anche tutti quelli che vedono in questo cambiamento un’opportunità di maggior tutela dell’ambiente e una riduzione   degli   sprechi   (68%).  


Il 61% ricollega   infatti   la   scarsità dell'approvvigionamento all’eccessivo sfruttamento delle risorse, mentre il 25% ritiene che in molti seguono

Per capire come gestire al meglio tematiche così scottanti,  il 6 ottobre dalle ore 18.30, nella sala del Centro Civico del Comune di Capriva del Friuli (Go), in via Luigi Faidutti, 6, sarà possibile seguire l’incontro anche da remoto sulla pagina Facebook del Comune di Capriva del Friuli (facebook.com/comunecaprivadelfriuli).

La conferenza, organizzata dall’Ateneo friulano in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Capriva del Friuli, «vuole rispondere – spiega Francesco Marangon delegato per la Sostenibilità e referente dell’Ateneo di Udine per la Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), – alla necessità crescente di sensibilizzare e coinvolgere fasce sempre più ampie di popolazione su tutte le dimensioni della sostenibilità, tra le quali rientrano quella della garanzia di modelli di consumo sostenibili. L’agenda 2030 dell’ONU, infatti, si pone anche l’obiettivo, entro il 2030, di dimezzare lo spreco pro capite globale di rifiuti alimentari nella vendita al dettaglio e dei consumatori e ridurre le perdite di cibo lungo le filiere di produzione e fornitura, comprese le perdite post-raccolto. L’esperienza svolta a Capriva del Friuli è un esempio concreto di comprensione dei fenomeni che caratterizzano la nostra vita quotidiana e di cui a volte non abbiamo consapevolezza, finché non si attivano processi di misurazione da cui far partire iniziative di cambiamento che possono iniziare da come facciamo la spesa, da come cuciniamo e da come conserviamo il nostro cibo».

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