Sanihelp.it – Quando si avvicinano le festività di fine anno, ci si ripromette di non incappare negli eccessi della tavola, ma poi si finisce inevitabilmente per cedere ai piaceri della gola e alla gioia della convivialità che solo il cibo sa trasmettere.
Ecco quindi che a pranzi fatti ci si trova, drammaticamente, a fare i conti con la bilancia e con un apparato gastrointestinale a dir poco, affaticato.
In soccorso dei più arrivano però i preziosi consigli di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi ed Endiscopisti Digestivi Ospedalieri.
Da chiarire, innanzitutto, che il senso di pesantezza e gonfiore che si avverte alla fine dei pasti è dovuto si all’eccesso calorico, ma non solo.
La situazione che stiamo vivendo non favorisce la spensieratezza, e da mesi molti italiani lamentano malesseri legati all'apparato gastroenterico come diarrea, nausea, dolori addominali dovuti a stress e sedentarietà post lockdown.
Ecco perché questi sintomi non vanno relegati come secondari, ma se ricorrenti e persistenti vanno discussi con il proprio Medico Curante senza rimandare, per valutare se sussistano elementi di allarme o di sospetto che rendano necessari accertamenti specifici.
Quando ci si siede a tavola, inoltre, per scongiurare gonfiore e cattiva digestione è fondamentale controllare anche altri comportamenti potenzialmente nocivi, come la velocità nell'assunzione del cibo, l'abitudine di fumare tra un pasto e l'altro, la sedentarietà dopo il pasto, la capacità di moderare i condimenti.
Un po' di movimento fisico rappresenta la soluzione migliore per favorire la digestione e migliorare la regolazione glicemica.
L’importante è non appollaiarsi sul divano: farlo induce alla tentazione di stuzzicare ancora!
In questi giorni, inoltre, è importante non demonizzare le eccellenze gastronomiche, ma è bene tenere presente che in alcune persone con difficoltà nell'assorbimento del lattosio, prodotti caseari freschi, creme e intingoli possono favorire i disturbi come cattiva digestione, gonfiore addominale, reflusso gastroesofageo, essendo difficilmente digeribili anche per le persone in buona salute.
Ecco dunque che la parola d’ordine è moderazione.
Da ultimo ma non per importanza, una piccola riflessione sul consumo di bevande alcoliche è d’obbligo: anche nei soggetti sani l'alcol può causare anche in dosi moderate sintomi da reflusso o bruciore, in presenza di patologia serve particolare prudenza. Il paziente con malattia di fegato non dovrebbe assumere bevande alcoliche, mentre il paziente con disturbi funzionali, come intestino irritabile, può concedersi un brindisi.
La cosa più importante che spesso manca nelle tavole delle feste è l'acqua!
Il brindisi non si nega quasi a nessuno, ma non si può dimenticare che negli uomini la dose massima giornaliera di alcol consentita è di 1-2 bicchieri di vino, mentre nelle donne un solo bicchiere