Sanihelp.it – I ricercatori OERSA (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) del CREA Alimenti e Nutrizione, hanno da poco pubblicato sulla rivista Nutrients i risultati del questionario appositamente messo a punto in pieno lockdown (aprile – maggio 2020), al fine di documentare i cambiamenti eventualmente intercorsi nell’alimentazione quotidiana durante la quarantena.
Sono stati valutati i dati relativi 2768 persone, che in pieno primo lockdown hanno risposto a un questionario appositamente formulato.
Hanno risposto persone provenienti da tutte le regioni di Italia, di cui il 52 % costituito da femmine e il 48% da maschi.
L’82% vive in famiglia e, di questi, il 20 % con bambini di meno di 12 anni, mentre l’16% vive da solo.
La fascia di età più rappresentata è quella di 30-49 (32%) e 50-69 (33%) anni.
I giovani tra i 18 e i 29 anni sono il 15%. Gli intervistati sono caratterizzati da un elevato livello di istruzione – il 69% è laureato e il 27% diplomato – e da una scarsa aderenza alla dieta mediterranea per il 62%.
Dall’analisi delle risposte fornite è emerso che una parte degli intervistati sembra aver seguito, nel periodo dello studio aprile-maggio 2020, adeguatamente le raccomandazioni degli esperti aumentando il consumo di frutta (24,5%), verdura (28,5%), legumi (22,1%), frutta secca (12%) e pesce (14%).
Contemporaneamente però è aumentato il consumo di comfort food (22,7%) e dolci (36,9%) che insieme ad un’attività fisica non adeguata -più della metà degli intervistati infatti non ha praticato alcun tipo di attività o ne ha fatta meno di quanto indicato dalle raccomandazioni-, potrebbe essere stata la causa di un aumento di peso da parte di un gran numero di intervistati (circa 35%).
«Nonostante una parte degli intervistati abbia seguito le raccomandazioni per mantenere abitudini alimentari e stili di vita sani, rispondendo dunque positivamente a questa situazione emergenziale – afferma la coordinatrice dello studio Laura Rossi, ricercatrice del CREA Alimenti e Nutrizione – un’altrettanta parte non vi si è conformata adeguatamente, portando ad esacerbare condizioni presenti in Italia già prima del lockdown, come l’alta prevalenza di individui con sovrappeso o obesità e la scarsa aderenza alla Dieta Mediterranea».
«Inoltre – conclude Federica Grant autore principale dello studio – considerando che la pandemia è ancora in corso, queste evidenze dovrebbero essere il punto di partenza per la formulazione di future raccomandazioni e linee guida».