Sanihelp.it – Il mare è vita. E la Giornata Mondiale degli Oceani che si celebra l’8 giugno è nata proprio per ricordarci che tutelare le acque è una priorità ormai irrimandabile. La prima emergenza riguarda sicuramente la plastica. Secondo i dati del WWF più di 33 mila bottigliette finiscono ogni minuto nel Mediterraneo con la previsione che entro il 2050 l’inquinamento da plastica del Mare Nostrum sarà quadruplicato. Ma anche i solari rischiano di fare la loro parte: il pericolo è infatti che per salvarci la pelle si finisca per mettere in pericolo le acque visto che sono circa 14mila le tonnellate di creme solari che finiscono ogni anno nei mari.
Prime ad essere in pericolo sono le barriere coralline; l’allarme più forte arriva dalla Grande Barriera Corallina dell’Australia che con i suoi 348mila chilometri quadrati d’estensione ospita da sola un quarto delle specie marine viventi sul pianeta: negli ultimi trent’anni ha perso quasi la metà dei suoi preziosi coralli. Colpa del surriscaldamento globale, della pesca intensiva, dell’acidificazione delle acque dovuta alle emissioni di gas serra. Ma anche delle creme solari. O meglio di quelle che contengono due particolari filtri, l’oxybenzone e l’octinoxate che secondo uno studio dei ricercatori dell’Università della Florida contribuiscono a »sbiancare» i coralli.
Interventi di salvataggio
Le Hawaii sono state il primo paese a proporre una legge che dal 2021 ha bandiro i filtri dannosi. Non a caso è stato stipulato il Trattato Coralli Hawaii a cui aderiscono tutte le case cosmetio che hanno deciso di bandire dalle loro formulazioni protettive i filtri pericolosi per l’ambiente. Hawaiian Tropic si può considerare un pioniere in questa direzione avendo eliminato questi filtri dannosi ancora prima del trattato delle Hawaii.
Lo ha fatto anche L’Erbolario che in più nella sua linea solarre propone formule sensa siliconi, parabeni e oli minerali: le versioni spray sono senza propellenti chimici, gli imballaggi sono realizzati con materiali riciclabili ottenuti al 70% da fonti rinnovabili come la canna da zucchero o da materiali riciclati. Formulazioni senza coloranti, siliconi ma soprattutto senza Avobenzone, Oxybenzone, Octocrylene ed Ecamsule, i filtri solari che impattano maggiormente sull’ambiente anche per i solari della nuova linea Solarium Sea Lover. Al cuore delle formule un pool di filtri solari di ultima generazione, che assicura una protezione molto ampia e stabile e una tollerabilità cutanea ottimale, riducendo anche l’impatto sull’ambiente marino.La formule per di più sono biodegradabili in acqua salata così che non siano nocive per l’ambiente e hanno confezioni in materiali riciclati e riciclabili.
Impegno su più fronti per Avéne. Le sue formule clean, superprotettive pur avendo il 10% in meno di fltri, sono testate per non avere impatto sui coralli, il fitoplancton, lo zooplancton e il pesce zebra. Le confezioni sono a impatto ridotto e in più l’azienda si prende cura di ripristinare i coralli e la flora marina e di decontaminare l’ambiente marino sostenendo la raccolta di rifiuti dagli oceani. Impegnata da diversi anni nella protezione dei coralli, Uriage offredei packaging eco-friendly e continua il suo impegno attraverso partnership con Onlus per la protezione dell’ambiente. I Laboratoires Dermatologiques d’Uriage sono membri di 1% for the planet.