Sanihelp.it – Gli esperti di cura della pelle e protezione solare di Boots Laboratories stanno conducendo uno studio su base nazionale, che ha l’obiettivo di mostrare i danni visibili e invisibili provocati quotidianamente negli strati più profondi della pelle dall’esposizione agli UVR.
I ricercatori dell’Università di Manchester e il team del Dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Lancaster hanno dimostrato come l’esposizione quotidiana alle lunghezze d’onda maggiori dei raggi UV causi una rottura in ognuna delle quattro principali proteine della matrice dermica, con conseguenti danni negli strati più profondi della pelle, provocando segni visibili di invecchiamento quali linee, rughe, perdita di elasticità e macchie d’età.
Oggi, grazie alle più innovative tecnologie, si è in grado di visualizzare l’estensione dei danni UVR. La possibilità di osservare un numero di diversi fattori come rughe, macchie, struttura cutanea e macchie scure, permette agli esperti di confrontare i risultati ottenuti con i valori medi di ciascun gruppo suddiviso per fascia d’età anagrafica, misurando l’età della pelle di un individuo.
Le ricerche hanno dimostrato che un eccessivo danno da UVR può far sì che l’età della pelle misurata sia maggiore di quella anagrafica: per esempio, una donna di 40 anni potrebbe persino giungere ad avere un’età della pelle più vecchia di 10 anni (ma anche più giovane).
Lo studio si svolgerà a ottobre e novembre 2012 nelle principali farmacie di Milano, Roma e Napoli. La ricerca verrà effettuata dall’equipe di cosmetologi di Aideco, Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia, presieduta dal professor Leonardo Celleno, che ha impostato i parametri di valutazione individuale della pelle delle italiane con una ricerca condotta a maggio 2012 su 50 donne volontarie. Il risultato confluirà nella ricerca in cui verrà rivelata l’età media della pelle delle donne d’Italia.
