Sanihelp.it – Il ricorso alla medicina estetica tra 15 anni diventerà parte integrante di una beauty routine, intesa come approccio al personale benessere a tutto tondo. È quanto emerge dalla ricerca svolta da Lieberman Research Worldwide per Merz Aesthetics su un campione europeo di 3.600 interviste. Esaminando i dati, emerge che la popolazione italiana è quella maggiormente sensibile ai condizionamenti legati al senso estetico e ai modelli di bellezza imposti dalla società.
Benché entrambi fortemente condizionati dalla propensione al bello, donne e uomini mostrano un approccio distinto quando si tratta di medicina estetica. L’universo maschile si dimostra molto aperto, possibilista e con un atteggiamento positiv. Più pratico, l'uomo appare privo di quei condizionamenti psicologici tipici delle donne: scelta del filler, dello specialista, la certezza del risultato, la riservatezza e infine il costo del trattamento.
Un approccio aperto rispetto a quello della donna, più riflessiva e cauta. Importante per la donna è che il risultato sia poco visibile ma dia l’effetto di un aspetto riposato.
Le motivazioni che spingono uomini e donne ad avvicinarsi alla medicina estetica sono in parte condivise, come il desiderio di risultare più attraenti, di essere aiutati nel successo professionale, di contrastare il processo di invecchiamento con un aspetto sempre giovanile.
Dalla ricerca si evince che uno degli obiettivi primari dell’uomo è quello di apparire sempre giovane e bello e quindi di avere più chance con le donne, insomma l’uomo non rinuncia a sentirsi un vero macho, anche se felicemente in coppia! Mantenersi o riscoprirsi sexy e glamour è invece una delle motivazioni che spinge la donna al ritocco.
Il 58% degli uomini crede che avere un bel viso aiuti a avere un appuntamento romantico. Sentirsi bene nella propria pelle: questo è il risultato che il 63% delle donne vorrebbe raggiungere vs il 40% degli uomini. L’obiettivo finale che si vuole raggiungere grazie a un ritocco è quello di sentirsi felice: vale per il 33% delle donne e per il 27% degli uomini.