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Nuovi solari: protezione, abbronzatura e…

Speciale Sole

Sanihelp.it – Nonostante le campagne di informazione, la protezione solare è ancora sottovalutata in Italia, soprattutto tra i più giovani. Secondo uno studio realizzato per conto di Vichy, oltre il 50% dei giovani non prende nessuna precauzione al sole, soprattutto per paura che la protezione non aiuti a ottenere un’abbronzatura bella e duratura.


In tanti ricorrono ancora ai rimedi della nonna come birra, chiara d’uovo, olio d’oliva, foglie di fico: parliamo di un potenziale di ustionati di 700.000 ragazzi! Allo stesso modo ancora troppi ragazzi immaginano che proteggendosi non si abbronzeranno mai o che addirittura sia necessario prima scottarsi per abbronzarsi bene!

In generale, dallo studio emerge una diffusa mancanza di informazione sulla corretta esposizione al sole nei giovani tra i 15 e i 25 anni. Per questo Vichy, in collaborazione con Aida (Associazione Italiana Dermatologi Ambulatoriali), ha deciso di sviluppare una campagna intitolata Senza crema solare sei fuori e partita a metà maggio.

È stato dimostrato che l'esposizione cronica ai raggi ultravioletti favorisce l'insorgenza dei tumori epiteliali; il rischio di melanoma è invece legato a un'esposizione massiva al sole, intensa e intermittente, in grado di provocare scottature. I tumori della pelle sono in costante aumento; in particolare l'incidenza del melanoma maligno è raddoppiata nell'ultimo decennio.

L'adozione di comportamenti corretti © quale l'impiego di filtri solari, indumenti foto©protettivi e occhiali © è quindi una forma di tutela della salute fondamentale.

Ma quali sono le principali caratteristiche che deve avere un buon solare? «Anche se il suo Sun Protection Factor (cioè la capacità di protezione nei confronti della banda dell’UVB che si estende dai 280 ai 320nm) è molto elevato, il solare oggi deve garantire un’efficace protezione anche dagli UVA (che vanno dai 320 ai 400 nm). Questa radiazione infatti è quella più abbondante nella luce solare e passa anche attraverso un cielo nuvoloso – spiega Leonardo Celleno, Dermatologo e Coordinatore del Centro di Ricerche Cosmetologiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – Non ha lo stesso potere di quella UVB per cui non ci scotta, ma i suoi effetti sono altrettanto pericolosi».

Recentemente la Commissione Europea ha introdotto il concetto di lambda critica: il prodotto deve garantire l’assorbimento della maggior parte di radiazione UV, compresa proprio in quell’intervallo che corrisponde anche alla parte più pericolosa dello spettro solare tra UVB e UVA.
Inoltre la suddivisione in fasce di protezione contenuta nella raccomandazione (molto alta, alta, media e bassa) semplifica anche la prescrizione del medico.


«Altre caratteristiche importanti sono la resistenza all’acqua, indice di una maggiore permanenza sulla cute, e un’etichettatura che suggerisca l’applicazione di quantità adeguate per garantire la fotoprotezione richiesta e ricordi che il prodotto solare non deve essere assorbito, ma rimanere sulla pelle», continua l'esperto.

«Per quanto riguarda le novità sui solari, oggi abbiamo a disposizione prodotti che accanto al ruolo fotoprotettivo hanno ottime caratteristiche cosmetiche. Inoltre i solari oggi non sono più solo schermi e/o filtri, ma contengono sostanze funzionali come gli antiossidanti, che neutralizzano i radicali liberi e permettono il controllo e la riparazione dei danni subiti dalle cellule a opera della radiazione UV.Ecco dunque che il prodotto solare diventa uno strumento in grado di offrire da solo la soluzione a quelle necessità della cute per difendersi dal foto invecchiamento e dalle aggressioni ambientali».

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