Sanihelp.it – Andare in spiaggia profumatissimi, o, peggio, con la pelle cosparsa di miscele di lievito di birra o tintura di iodio, è altamente sconsigliabile. Il professor Leonardo Celleno, docente e Direttore del Centro di ricerche cosmetologiche dell'Università Cattolica di Roma parla dei pericoli per la pelle d'estate.
«Oltre alle raccomandazioni tradizionali, quali l’utilizzo di creme solari con dei fattori di protezione, il prendere il sole sull’erba e sulla sabbia sempre protetti da asciugamani che preservino la pelle da agenti chimici e insetti, va ricordato che la doccia fatta al mare non è sufficiente, da sola, a detergere la pelle dopo una giornata di esposizione ai raggi solari.
È necessario applicare un fluido doposole a effetto idratante e lenitivo. E soprattutto, la doccia va fatta con acqua dolce, mai con acqua salata, poiché quella del mare è ricca di vita. In essa, infatti, non c’é solo il sale, ma ci sono centinaia di microorganismi, motivo per cui non fa bene dormire con l’acqua salata addosso.
Lo stesso dicasi per il cuoio capelluto: tessuto particolarmente delicato che non va lasciato intriso di salsedine. No anche ai profumi e alle sostanze coloranti fai-da-te. Al bando la birra, il lievito di birra, la tintura di iodio o l’olio, che possono provocare reazioni fototossiche e lasciare macchie».
Il dermatologo demolisce anche il mito dei fanghi d'alga utilizzati per dimagrire. «Si perde peso in primis seguendo una dieta e facendo attività fisica. I fanghi possono funzionare se combinati con altri fattori». È d'accordo la dottoressa Maria Grazia Caputo, medico estetico presso l’ambulatorio di medicina estetica dell’ospedale Fatebenefratelli. «I fanghi possono avere una qualche efficacia a livello superficiale. Non dimentichiamoci che la cellulite è un problema legato a un disturbo del microcircolo. Chi ha problemi notevoli non può certo risolverli in questo modo».
In uno studio, diffuso da un’azienda produttrice di prodotti contro la cellulite, condotto su un campione di 1200 donne comprese tra 18 e 50 anni, rivela che il problema della cellulite sarebbe la principale causa di preoccupazione per le donne. Il problema coinvolge 1 italiana su 2 (54%).
«I fanghi possono essere di aiuto nel migliorare la compattezza, il tono della pelle, nel renderla più levigata, ma non sono un trattamento terapeutico della cellulite. Studi scientifici sui benefici di questi prodotti non esistono», sottolinea la dottoressa.
I fanghi d’alga devono essere utilizzati con alcune precauzioni: vanno applicati su cute integra e in buono stato, non in presenza di lesioni. Inoltre non esistono pareri univoci sulla loro possibile interferenza con la funzionalità tiroidea, il dosaggio degli ormoni e un eventuale aumento dei livelli di iodio nell’organismo.
In persone con pelle sensibile e iperreattiva possono manifestarsi reazioni irritanti anche rilevanti. Gli effetti sono solitamente transitori e presenti soprattutto nel caso di preparazioni fai-da-te. «No quindi ai rimedi della nonna! Parola chiave: informarsi e non credere ai miracoli. Ormai online c’è di tutto, addirittura preparazioni con il caffè, il cacao o il peperoncino. In questi casi non c’è controllo e soprattutto non c’è nessun tipo di affidabilità e di validità, ovvero nulla che dimostri una qualche efficacia», conclude la dottoressa.