Sanihelp.it – Ogni donna ha una propria storia legata ai capelli e Pantene se ne fa portavoce raccontando storie autentiche, nelle quali i capelli hanno svolto un ruolo chiave. Un momento fondamentale del percorso di ognuna, da cui ha preso il via il vero cambiamento: quella trasformazione capace di vincere ogni pregiudizio e timore della diversità fisica. Insieme a Chiara Ferragni, brand ambassador, anche Chiara Scelsi, Bellamy Okot, Ludovica Bizzaglia e Paola Marella hanno aderito alla campagna per dire basta all’hair shaming. Diventano testimonial per Pantene con le loro esperienze e storie, per affermare l’importanza di accettarsi, di trasformare il negativo in positivo ed essere sempre fiere di se stesse.
Cinque profili di capelli: biondo, curly, afro, rosso e grigio. «Mi è capitato molto spesso di essere etichettata per i miei capelli – rivela Chiara Scelsi, modella – Ogni riccio è un capriccio, mi dicevano». Anche Bellamy Okot, fondatrice di Afroitaliansouls.it, racconta di essere stata quasi bullizzata per via della sua chioma. «Purtroppo il mio capello afro non è mai stato associato a qualcosa di bello, di positivo e paradossalmente le etichette peggiori mi sono state affibbiate da altri africani. Ho deciso di ignorare».
La testimonianza di Ludovia Bizzaglia, attrice e influencer. «Soprattutto da piccola a scuola, mi è capitato ricevere etichette negative. A Roma per esempio c’è questo pensiero che chi ha i capelli rossi porti sfortuna…Sono arrivata a desiderare di averli biondi, castani, qualsiasi colore pur di non averli più rossi. Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dello spettacolo, soprattutto in televisione e al cinema, mi sono resa conto di quanto questo potesse diventare la mia forza perché avere i capelli rossi significava potermi diversificare all’interno dei gruppi e in occasione dei casting». E che dire dei capelli bianchi, associati a un'età non più giovane e quindi spesso fonte di imbarazzo femminile? «Più che mai in questo periodo ho visto che i capelli bianchi sono diventati un pochino più attuali – sorride Paola Marella, architetto – Mi hanno dato della Crudelia Demon molto spesso, cosa che per altro non mi è mai dispiaciuta!».