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Estetiste e parrucchieri, quanto ci siete mancati

Sanihelp.it – La pandemia ha imposto una battuta d’arresto alle attività di acconciatura e centri estetici, che in Italia contano 130.000 imprese con 263.000 addetti. Durante il lockdown, rivela il portale Treatwell nel suo Beauty Report post Covid-19,  i trattamenti fai-da-te sono diventati un vero e proprio trend: le ricerche su Google sui kit ricostruzione unghie, per esempio, sono aumentate del 4500%. Il motore di ricerca è stato tempestato di domande anche in fatto di hairstyle, da tagliarsi i capelli a coprire la ricrescita


Gli europei (88%) avevano confessato l’intenzione di proseguire con alcuni trattamenti fai da te anche alla riapertura dei centri estetici. La tendenza riguarda soprattutto la cura delle unghie – con manicure (46%) e pedicure (37%) – e la depilazione di corpo (37%) e sopracciglia (35%). Nessuna menzione tra le prime posizioni sui trattamenti capelli, così cercati durante la quarantena: qualche colpo di testa eccessivo deve aver messo in chiaro che nemmeno il tutorial più dettagliato può sostituire le forbici del parrucchiere.

La decisione di proseguire con il fai-da-te è motivata in prima battuta dalla necessità di risparmiare (33%) e da una questione di sicurezza (22%). Diffidenza per trattamenti come depilazione, ritocco delle sopracciglia e trattamenti facciali che prevedono un distanziamento fisico ridotto tra l’operatore e il cliente. Stesso discorso per il massaggio: la diffidenza ha fatto registrare un calo. Tuttavia, in generale il 18 maggio, giorno in cui in Italia i parrucchieri e i centri estetici hanno riaperto, le prenotazioni di trattamenti beauty su Treatwell sono schizzate del +4700%. 

La tendenza a prenotare last minute è diminuita in tutta Europa e, per far fronte alle agende – ormai sempre affollate – dei centri estetici, gli utenti hanno iniziato a fissare i loro appuntamenti anche con tre mesi di anticipo. Anche in termini di spesa ci sono state novità. Con la progressiva apertura dei mercati europei, Treatwell ha rilevato una crescita nelle prenotazioni di trattamenti più costosi, spiegabile anche con la necessità di porre rimedio a qualche esperimento casalingo mal riuscito o di recuperare gli arretrati in termini di relax.

In Italia la spesa media è aumentata del 7% rispetto al pre-lockdown. In particolare, nello Stivale hanno subito un’impennata del 40% le prenotazioni di microblading (dal costo medio di 180 euro). Richiestissimi dopo il lockdown anche diversi trattamenti capelli, tra cui: l’ombré hair (+65%), che prevede una spesa media di circa 75 euro; la brazilian blow dry con trattamento alla cheratina (93 euro), che ha visto le richieste schizzare del +37%; il balayage (85 euro) e colpi di sole/mèches (71 euro), i cui ordini sono saliti rispettivamente del 29% e del 21%. 

Un salone europeo su due (48%) ha confermato l’intenzione di incoraggiare i pagamenti cashless. Se il 31% degli europei ha rivelato di sentirsi più insicuro sul futuro in seguito all’emergenza sanitaria, il 25% ha riconosciuto di aver acquisito maggiori competenze tecnologiche, mentre il 37% ha ammesso di aver iniziato a dare più importanza al proprio benessere e di prendersi più cura di sé. Più della metà degli italiani (59%) ha aggiunto che continuerà a effettuare lo stesso numero di trattamenti rispetto a prima del lockdown, mentre il 10% ne prenoterà di più.

La maggior parte degli utenti europei (59%) è ritornata nei centri estetici frequentati prima del lockdown. A livello europeo, nella scelta del centro intervengono in primis la posizione (32%) – vengono preferiti parrucchieri ed estetiste facilmente raggiungibili da casa – e il prezzo (27%). Altro fattore di cui gli europei tengono conto quello legato a igiene e sicurezza (23%). Rispetto al resto d’Europa, nello Stivale le prime due posizioni si invertono: per gli italiani passa in primo piano il listino prezzi (30%), seguito dalla posizione (25%) e dall’attenzione all’igiene (21%).


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