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Il dotto arterioso di Botallo pervio nel cane

Salute e animali

Sanihelp.it – Il dotto arterioso di Botallo pervio è una cardiopatia congenita, a carattere ereditario e con spiccata prevalenza nel sesso femminile (rapporto 3:1) ed è chiamato anche PDA (Patent Ductus Arteriosus). Il dotto di Botallo, dal nome del suo scopritore, è presente durante la vita fetale, con il compito di collegare l’arteria polmonare con l’aorta discendente. È quindi indispensabile durante la vita intrauterina, quando l’ossigenazione avviene nella placenta e non nei polmoni, ma si dovrebbe chiudere entro poche ore dalla nascita, con i primi atti respiratori. A volte però questo meccanismo non funziona e il dotto di Botallo rimane aperto e si parla allora di dotto arterioso pervio o persistente. Esiste una predisposizione di razza e fra le più colpite ricordiamo il Pastore Tedesco, il Dobermann, il Barbone, il Terranova e piccolini come il Barboncino, il Chihuahua, il Cavalier King Charles Spaniel e il Maltese.


In genere al momento della diagnosi non ci sono sintomi, altre volte possono essere presenti tosse, affaticamento e tachipnea, cioè respiro più veloce della norma. Del PDA si può accorgere casualmente il veterinario durante la prima visita per le vaccinazioni, in quanto sentirà un caratteristico soffio, definito continuo. Il polso arterioso è ipercinetico, detto martellante, perché il passaggio di sangue dall’aorta al sistema polmonare causa un rapido decremento della pressione aortica diastolica e un aumento della pressione del polso. Se verranno notati questi segni clinici, una ecocardiografia potrà confermare il dubbio e stabilire o meno la necessità di un intervento chirurgico. La chiusura del dotto tramite toracotomia assicura di solito buoni risultati, i sintomi spariranno e il cane si potrà considerare guarito.

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