Sanihelp.it – Nei cavalli adulti e, seppure di meno, nei puledri, le ulcere gastriche sono molto frequenti. Nella maggior parte dei casi, tali ulcere non sono clinicamente evidenti e guariscono spontaneamente, ma spesso causano la comparsa di segni clinici e la loro risoluzione richiede un trattamento. Comunque, tutti i disturbi attribuibili alle ulcere gastriche sono stati descritti anche in cavalli inviati alla gastroscopia, ma non affetti da ulcere, per cui non c’è un segnale preciso che consenta di avere certezze che si tratti proprio di ulcera. I cavalli più a rischio sono quelli che si allenano per le competizioni, che sono colpiti in misura dell’80-90%, quelli sottoposti a qualche tipo di stress o a terapie farmacologiche gastrolesive.
Tra i sintomi che si manifestano più frequentemente ricordiamo la colica ricorrente senza apparente motivo, l’inappetenza, le cattive condizioni generali e del mantello, la perdita di peso e i cambiamenti nel comportamento.
Anche nei puledri le lesioni gastriche sono frequenti, seppure meno rispetto agli animali adulti. Quelli più esposti sono i puledri che non vengono allattati o non mangiano bene. Possono così comparire diarrea, febbre, stomaco gonfio e manto opaco.
La prevenzione è fondamentale e riguarda soprattutto l’alimentazione. In natura, il cavallo mangia abbastanza spesso, in quanto lo stomaco è piuttosto piccolo, ma produce in continuazione acidi gastrici. Mangiando in modo regolare piccole quantità di cibo, lo stomaco si riempie sempre in modo ottimale e il flusso salivare assicura la neutralizzazione degli acidi gastrici. Quindi bisogna fare in modo di assicurare all’animale piccole, ma frequenti, porzioni.
Nel caso in cui l’ulcera si sia già manifestata, di solito il farmaco di elezione è l’omeprazolo, preparato in pasta da somministrare per via orale. Si tratta di un inibitore della pompa protonica, che riduce la secrezione acida gastrica mediante un meccanismo di azione altamente specializzato.
Ulcera gastrica, malattia frequente nel cavallo
Salute e animali

FonteVetjournal.it