Sanihelp.it – In passato i vermocani vivevano soprattutto nel canale di Suez, ma il surriscaldamento globale e le ondate di calore anomale degli ultimi anni hanno fatto sì che riuscissero a moltiplicarsi anche nelle acque del Sud Italia, in Puglia, Calabria e Sicilia, dove sempre più spesso i pescatori li trovano impigliati nelle loro reti (dove mangiano i pesci).
Cosa mangia il vermocane?
È fondamentalmente un corallivoro, ma la sua dieta è in realtà molto varia e comprende organismi morti o moribondi, ragion per cui è considerato uno degli spazzini del mare, ma anche ricci di mare, stelle marine, meduse, gorgonie, dette anche ventagli di mare.
Il nome scientifico è Hermodice carunculata, ma è conosciuto anche come verme di fuoco o verme di mare, e la preoccupazione nasce dal fatto che potrebbe arrecare danni alle persone e alla fauna marina. Si tratta infatti di una specie vorace e carnivora, da non toccare mai con le mani perché il suo corpo è ricoperto di setole contenenti tossine urticanti che possono dare dolore, bruciore, intorpidimento, edema e prurito. Cosa fare in caso di contatto? Nella maggior parte dei casi l’effetto è simile a quello di una puntura di medusa. La gravità dei sintomi dipende dalla parte del corpo interessata: se si tratta di un punto in cui la pelle è meno spessa, come la piega del gomito o del ginocchio, il fastidio è maggiore, mentre se la pelle è più spessa i sintomi sono più lievi e possono imitarsi a un leggero prurito. Se si viene punti sulle mani si può avvertire un intorpidimento delle dita. Evitare di sfregare la zona colpita e di sciacquarla sotto l’acqua e, se possibile, togliere subito gli aculei. Applicare una pomata che potrà essere consigliata dal medico o dal farmacista. Non c’è comunque pericolo di vita per l’uomo.
Il vermocane: cos’è e perchè preoccupa
Salute e animali

FonteWired.it