Sanihelp.it – Il chilotorace può riguardare cani e gatti di qualsiasi razza ed età, ma sembrerebbero più predisposte alcune razze: Levriero afgano e Shiba inu per i cani e Siamese, Burnese, Persiano, Abissino e Hymalaiano per i gatti.
Questa patologia, relativamente rara, si verifica in seguito all’accumulo di chilo, cioè di linfa, nella cavità pleurica, che è lo spazio virtuale tra i polmoni e la cassa toracica.
Il sistema linfatico è un insieme di vasi esteso in tutto il corpo che ha il compito di portare la linfa contenente nutrienti, sostanze di scarto e cellule del sistema immunitario. Normalmente la linfa passa dai vasi linfatici intestinali ai linfonodi mesenterici e da qui a grossi vasi che si uniscono a formare la cisterna del chilo, che continua con il dotto toracico che drena la linfa dalla maggior parte del corpo. Se per qualche motivo (traumi, malattie cardiache, tumore alla base del cuore, filariosi nel gatto), o senza nessuna ragione evidente (idiopatico, causa più frequente), c’è una compressione sul dotto toracico oppure un’aumentata produzione di linfa, questa esce dai dotti linfatici e si accumula nel torace.
La diagnosi di chilotorace è basata sull’analisi del fluido prelevato dalla cavità pleurica. Verranno eseguiti inoltre esami del sangue, ecografie e tomografia computerizzata (TC).
I sintomi sono diversi e dipendono dalla quantità di chilo che si è accumulato. La difficoltà respiratoria è frequente, ma a volte si manifestano anche inappetenza, dimagrimento, tosse e cianosi (lingua blu).
La terapia è chirurgica, oppure farmacologica se si conosce la causa sottostante. In entrambi i casi non sempre l’esito è favorevole. In ogni caso l’alimentazione dovrà essere povera di grassi.