Sanihelp.it – La Tricomoniasi aviaria è una malattia causata da protozoi parassiti chiamati Trichomonas gallinae, che si trasmette in diversi modi, attraverso l’alimentazione e con il latte del gozzo da madre a figlio, o attraverso le feci oppure acqua contaminata.
L’infezione colpisce soprattutto animali in giovane età, ma possono incidere anche il sovraffollamento nelle voliere, la stagione caldo umida e il periodo della muta del piumaggio. I piccioni domestici e selvatici e le tortore sono gli uccelli più interessati, mentre i polli si possono infettare a causa della vicinanza con animali contagiati, per esempio quando i piccioni selvatici mangiano o bevono nelle loro stesse ciotole.
I sintomi sono diversi, variano a seconda della specie colpita e possono rendere difficoltosa la diagnosi.
Tra i più comuni troviamo inappetenza dovuta alle placche purulente che si formano in bocca e nell’esofago, molto dolorose, che impediscono all’animale di alimentarsi, con conseguente dimagrimento. Il piumaggio appare arruffato e si osserva formazione di muco, con starnuti e rigurgiti. Nei canarini e in uccellini simili l’infezione provoca congiuntivite, con lacrimazione e gonfiore delle zone intorno agli occhi.
La Tricosomiasi si può prevenire ponendo attenzione ad alcune norme igieniche, come per esempio evitare il sovraffollamento nell’ambiente dove vivono gli animali, lavare le ciotole, cambiare frequentemente l’acqua e cercare di non fare avvicinare piccioni e tortore selvatici.
La terapia consiste nella somministrazione, su indicazione del veterinario, di specifici farmaci, come per esempio il metronidazolo. Trova indicazione anche un integratore in polvere da aggiungere all’acqua da bere, a base di dimetridazolo.
La Tricomoniasi nei volatili
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FonteAnimalissimo.it