Sanihelp.it – Il responsabile si chiama Toxoplasma gondii, microrganismo che compie il suo ciclo vitale all’interno delle cellule e che può infettare moltissimi animali, trasmettendosi attraverso il consumo di carne infetta. Il parassita si trova anche nelle feci di gatto e nel terreno su cui abbia defecato un gatto o un altro animale infetto.
Una donna in gravidanza che ha il gatto non deve necessariamente preoccuparsi, in quanto la trasmissione avviene solo attraverso:
ingestione di carni crude o poco cotte
ingestione di salumi crudi
manipolazione di carni crude (cuochi, macellai)
ingestione di verdure crude contaminate
ingestione di terriccio o sabbia infetta
Il gatto che vive in casa, e che non viene alimentato con carne cruda, in pratica non ha possibilità di contrarre la toxoplasmosi, mentre i gatti che escono possono contrarla più facilmente, ma anche in questo caso è sufficiente che la donna gravida non pulisca la lettiera del gatto. Il vero serbatoio della toxoplasmosi è rappresentato dai gatti randagi, che si infettano cacciando uccelli o topi infetti e che, defecando nel terreno, possono rilasciare Toxoplasma anche per diverse settimane.
Poiché la malattia è spesso asintomatica, sarebbe bene conoscere il proprio stato prima o all’inizio della gravidanza, per sapere se nel proprio siero siano presenti gli anticorpi per la toxoplasmosi. Si tratta di un semplice esame del sangue.
Il gatto che ha contratto l’infezione è spesso asintomatico, ma possono comparire disturbi di vario tipo, come per esempio dimagramento, anoressia, febbre, zoppia, dolori muscolari diarrea, vomito. Se dovessero essere coinvolti l’apparato respiratorio e il sistema nervoso centrale, la morte avviene più rapidamente.