Sanihelp.it – Questa patologia può interessare sia il cane sia il gatto ed è dovuta alla perdita della funzione del sistema nervoso simpatico oculare, che può essere temporanea o permanente.
Tra i sintomi vi sono miosi (diminuzione del diametro della pupilla), anisocoria (diverso diametro dei fori pupillari), enoftalmo (lo spostamento del bulbo oculare verso l'interno, in profondità rispetto alla sua condizione normale), protrusione della terza palpebra, ptosi della palpebra superiore (palpebra cadente priva di tono muscolare), iperemia congiuntivale.
Le cause sono diverse, dalle otiti medie/interne a interventi all’orecchio, da traumi a neoplasie, neuriti del nervo trigemino e infiammazioni del sistema nervoso centrale, ma una delle cause più comuni è la forma idiopatica (cioè senza una causa conosciuta).
Gli studi non hanno rilevato alcuna prevalenza per quanto riguarda la razza (anche se il Golden retriever sembra un po’ predisposto) e il sesso, mentre di solito la patologia si presenta più frequentemente in età anziana.
La diagnosi avviene tramite visita oculistica e neurologica. Per localizzare la lesione di solito si utilizzano test con farmaci ad uso topico adrenergici agonisti come la fenilefrina e l'epinefrina.
Molti dei casi di sindrome di Horner regrediscono e risolvono spontaneamente, tuttavia è sempre necessario tenere in considerazione la causa, se conosciuta, dell'insorgenza della patologia e trattarla adeguatamente, in modo che anche la sindrome di Horner, venendo a mancare le condizioni che hanno causato la sua insorgenza, possa regredire con la guarigione della causa che l’ha provocata.
Nel caso in cui la sindrome sia ritenuta idiopatica può essere intrapresa una terapia medica locale con fenilefrina dallo 0,125% al 10% come trattamento sintomatico.