Sanihelp.it – Il sudore è un meccanismo che il corpo mette in atto in modo del tutto spontaneo per mantenere regolata la temperatura corporea disperdendo il calore in eccesso. In alcuni casi però sudare, e sudare in maniera molto copiosa, diventa un vero e proprio incubo che mette ansia arrivando persino a compromettere la vita di relazione e a creare pesanti disagi su quella lavorativa. In questi casi si parla di iperidrosi, un disturbo che si presenta tutto l’anno ma che può diventare ancora più significativo e fastidioso con il caldo dell’estate.
Perché si suda tanto
Sudare serve all’organismo per favorire la termoregolazione, l’idratazione della pelle e l’equilibrio di liquidi ed elettroliti. Un meccanismo essenziale, quindi, che fa capo a un numero elevato, da due a quattro milioni, di ghiandole sudoripare distribuite su tutto il corpo. La maggior parte sono ghiandole eccrine, presenti soprattutto sulle piante dei piedi, sui palmi delle mani, e in misura minore nelle ascelle, sulla fronte e sulle guance.
Sono proprio le ghiandole sudoripare eccrine ad essere coinvolte nel meccanismo dell’iperidrosi dietro al quale ci possono essere fattori diversi. Innanzitutto, l’eccessivo stress che può presentarsi per ragioni caratteriali ma anche di fronte a particolari situazioni provocando direttamente una sudorazione abbondante o peggiorando il problema se già presente.
Gravidanza e menopausa possono favorire un aumento della sudorazione, soprattutto durante la notte. Anche l’assunzione di alcuni farmaci come gli antiinfiammatori, gli antipiretici, gli antidepressivi e alcune formule a base di ormoni possono portare a sudare di più. Non va dimenticato comunque che accanto a un’iperidrosi cosiddetta primaria, cioè senza una causa scatenante, esiste anche un’iperidrosi secondaria che è il sintomo di altre malattie come l’obesità, l’ipertiroidismo, le infezioni di vario genere o la colecistite.
E’ fondamentale quindi prima di sottoporsi a qualsiasi trattamento verificare con lo specialista le cause del problema.
L’iperidrosi colpisce le aree dove maggiore è la concentrazione di ghiandole sudoripare come le ascelle, le mani e i piedi. Qui si può intervenire con la tossina botulinica che non ha, come sono in molti a credere, solo un effetto distensivo sulle rughe. Il botulino, infatti, è in grado di inibire l’attività delle ghiandole sudoripare così da contenere e limitare il sudore e la conseguente produzione di odori sgradevoli e di aloni sugli abiti. Inibire ovviamente non vuol dire bloccare tenendo conto del fatto che la funzione termoregolatrice del sudore è fondamentale per la salute dell’intero organismo.
Non fa male
Come si procede quindi? Le microiniezioni, con aghetti molto piccoli, vengono effettuate in diversi punti nelle aree dove si vuole limitare la produzione di sudore, le ascelle, le mani o i piedi. Il trattamento di per sé è semplice ma per la sua buona riuscita è fondamentale la conoscenza a livello anatomico delle aree da trattare e una pratica consolidata con la tossina botulinica così da intervenire nei punti giusti con un’azione di inibizione ma non di blocco della sudorazione.
Non ci sono effetti collaterali: durante il trattamento si avverte solo un leggero pizzicore dovuto alle iniezioni che vengono eseguite comunque a livello superficiale. Un eventuale leggero rossore scompare nel giro di un paio d’ore al massimo. Importante nelle 48 ore successive, come per qualsiasi altro trattamento iniettivo, evitare di esporsi al sole e a fonti di calore dirette come lampade abbronzanti, sauna e bagno turco. Anche l’attività fisica dovrebbe essere moderata nei due giorni successivi alla seduta.
Dà risultati sicuri
Gli effetti cominciano ad essere visibili nell’arco di qualche giorno per arrivare al risultato finale, la riduzione della sudorazione, nell’arco di due settimane, proprio come succede con il botulino utilizzato per le rughe. Come per molte altre procedure infiltrative di medicina estetica la durata del trattamento varia da soggetto a soggetto e può andare dai sei agli otto mesi. Si tratta in ogni caso di una procedura ripetibile quando se ne sente la necessità. Uniche controindicazioni al trattamento sono la gravidanza, l’allattamento e la presenza nota di allergie al farmaco.
C’è anche la ionoforesi
Nell’iperidrosi palmare o plantare si può intervenire con la ionoforesi che consiste nell’applicazione di una corrente continua a bassa intensità in grado di otturare i condotti delle ghiandole sudoripare per un certo periodo di tempo. L’utilizzo di antitraspiranti a base di sali di alluminio (non sono comuni deodoranti) spesso non basta per arginare il problema mentre il ricorso all’asportazione chirurgica delle ghiandole sudoripare è sempre meno praticato, soprattutto dopo l’avvento del botulino, per l’invasività del trattamento.