Sanihelp.it – Nel corso degli ultimi anni sempre più campagne pubblicitarie vengono realizzate con al centro un particolare principio attivo conosciuto con il nome di CBD. Questo, noto anche con il nome di cannabidiolo, è una sostanza di origine vegetale che viene spesso ostracizzata a causa di altri principi attivi presenti nella cannabis.
Il cannabidiolo soltanto recentemente sta venendo riconosciuto per le sue potenzialità in ambito medico e di benessere, con tante ricerche che sottolineano gli effetti positivi dello stesso. Imbattersi in prodotti con base di CBD sta diventando sempre più comune, complice anche una duttilità notevole da parte del principio attivo che può essere assunto dall’essere umano con scarsissimi rischi in diverse maniere, sempre mantenendo una scarsissima tossicità.
Nonostante sia spesso collegato ad attività ricreative, a oggi il CBD si può riscontrare all’interno di una moltitudine vera di prodotti, tra erbe aromatiche da aspirare attraverso strumenti ad-hoc (come il vaporizzatore Venty), capsule da ingerire, lozioni a utilizzo topico o oli da cucina per insaporire delle ricette. Dal punto di vista medico, però, il CBD può effettivamente migliorare la vita di qualcuno? Scopriamolo insieme.
Cosa suggeriscono le ricerche scientifiche
Nel corso degli ultimi venti anni il CBD è stato studiato in maniera approfondita da gruppi di scienziati sparsi per tutto il mondo. Il principio attivo in questione ha un particolare potenziale all’interno dell’ambito medico e sembra possa migliorare lo stile di vita delle persone e la loro salute grazie a una particolare serie di interazioni derivanti dal sistema endocannabinoide (come vedremo meglio dopo).
La scienza conferma la presenza di particolari effetti positivi del CBD in relazione a fenomeni come ansia, depressione, dolori neuropatici, stati d’animo alterati e altri ancora. Basta analizzare da vicino una piattaforma come PubMed (la più importante al mondo per le pubblicazioni nel mondo della salute) per scoprire che ci sono decine e decine di studi e analisi provenienti dagli enti più disparati del mondo sul funzionamento del CBD e sulle sue interazioni col corpo umano.
Le ricerche più avanzate parlando inoltre di quanto ci sia speranza per l’utilizzo del cannabidiolo sotto forma di olio per trattare condizioni psichiatriche e neurologiche, a oggi definite »difficili» da gestire in altra maniera nel lungo periodo a causa della tossicità dei farmaci.
La risposta è quindi si: il cannabidiolo può migliorare lo stato di salute di chi lo assume ma solo per alcune problematiche e patologie specifiche, andando a mediare i sintomi in favori di uno stile di vita migliore e più sano,
In che modo il CBD contribuisce a migliorare lo stato di salute del paziente?
Come ogni principio attivo il CBD non è una panacea che riesce a risolvere tutti i mali, bensì è una sostanza che presenta degli effetti positivi riscontrabili soltanto in una serie specifica di casi. Fintanto che si parla di benessere generalizzato, in ogni caso, il CBD è ampiamente in grado di essere considerato come un principio attivo molto importante poiché migliora la qualità della vita percepita da chi lo utilizza.
Quali sono gli effetti del CBD che portano a migliorare la salute di lo assume? Vediamoli insieme. :
Diminuzione dello stress: una delle caratteristiche prominenti del CBD sul corpo umano è la sua capacità di diminuire la percezione dello stress attraverso un rilassamento generalizzato del corpo e della mente
Miglioramento della qualità del sonno: attraverso il sopracitato rilassamento generalizzato del corpo e della mente, il CBD riesce a migliorare in maniera netta la qualità del sonno permettendo a una persona di dormire meglio, recuperare di più le forze e migliorare le sue condizioni. Questa caratteristica è molto apprezzata anche da chi pratica sport ad alti livelli perché permette di rendere più efficienti i cosiddetti periodi di recupero.
Effetto ansiolitico: il CBD riesce a controbattere uno dei mali della modernità, ovvero il senso di ansia e oppressione che deriva dalla vita quotidiana. Le ricerche suggeriscono che le capacità del CBD di far distendere e rilassare organi e muscoli attraverso l’interazione col sistema endocannabinoide permettano questo genere di effetto.
Mitigazione dei dolori: il dolore non è altro che un particolare tipo di segnale nervoso che viene veicolato da tutta una serie di recettori che passano anche attraverso il sistema endocannabinoide; con l’interazione del CBD con quest’ultimo, i recettori del dolore mutano il loro funzionamento diventando meno efficienti. Il risultato finale per la persona è quello di avere una percezione del dolore più leggera.
Queste appena citate non sono le uniche caratteristiche del CBD che possono migliorare la salute delle persone ma sono quelle che per il momento hanno le maggiori basi scientifiche; nel corso dei prossimi anni la scienza potrebbe rendere certi anche altri effetti del principio attivo, allargando il suo utilizzo a un maggior numero di sintomi e rendendo un pizzico di mondo ancor più felice.