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ustione

COLLEGAMENTI

(o bruciatura, o scottatura), lesione prodotta dall’azione del calore. Può essere di varia entità, secondo la temperatura, la durata del contatto e lo stato fisico della sostanza (solido, liquido, gassoso) e se ne distinguono tre gradi, dall’eritema alla necrosi dei tessuti. Clinicamente la gravità di un’ustione si giudica in base a estensione, profondità, sede, concomitanza di altre lesioni o malattie del soggetto, stato di salute ed età. Per quanto riguarda la sede si giudicano molto gravi le ustioni che interessano la bocca e il primo tratto dell’albero respiratorio, per il pericolo di ostruzione o di edema polmonare e quindi di morte; quelle profonde alle mani, ai piedi, al perineo, alle regioni periarticolari, che possono provocare invalidità; quelle al viso per gli inevitabili esiti deturpanti.



A seconda della gravità, le ustioni si classificano di primo, secondo e terzo grado.

Ustioni di primo grado: sono le meno gravi e provocano lesioni che si limitano all’epidermide (strato superficiale della cute); predominano i fenomeni vasoattivi, con aumento dell’apporto di sangue (iperemia) e arrossamento della zona colpita (eritema); guariscono spontaneamente senza richiedere una particolare terapia.



Ustioni di secondo grado: si verificano quando il calore è molto intenso o la durata del contatto è maggiore; sono caratterizzate dalla formazione di vescicole (flittene); la liberazione locale di sostanze attive sulla parete dei vasi sanguigni (istamina, serotonina) provoca la fuoriuscita dai capillari di plasma che si raccoglie tra gli strati dell’epidermide o tra questi e il derma, con formazione delle vescicole; l’ustione è molto dolente per l’esposizione delle terminazioni nervose; la lesione guarisce molto lentamente.



Ustioni di terzo grado: il calore è così forte da provocare distruzione necrotica dei tessuti colpiti con conseguente formazione di una placca nerastra, dura, fredda, secca (escara), caratteristica di questo tipo di lesione; la zona colpita è insensibile, anche al dolore, per la distruzione delle terminazioni nervose; la lesione guarisce lasciando cicatrici.

 


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