Sanihelp.it – Oggi si parla tanto di green beauty, la bellezza verde. «In realtà meglio sarebbe definirla clean beauty, una bellezza pulita e trasparente all’insegna della sostenibilità» precisa la dottoressa Alessandra Vasselli, cosmetologa Aideco, Associazione italiana dermatologia e cosmetologia. I numeri sono in crescita in tutto il mondo. Ma attenzione alla trappola del greenwashing cioè di prodotti che si dichiarano green ma lo sono solo nell’apparenza, non nella sostanza.
Ma quali sono gli elementi che caratterizzano la cosmetica verde? Innanzitutto l’assenza nella formule di tutto quanto può essere considerato nocivo. Per la pelle, innanzitutto, ma anche per l’ambiente. E’ il caso delle /news/22867/cosmetici-prodotti-microplastiche-mare-acque/1.html sostanze insolubili, non biodegradabili e quindi pericolose per gli ecosistemi. Cosnova, con i suoi marchi Essence e Catrice, le ha bandite da tutti i suoi prodotti da marzo 2023. «Quando uno studio ha rivelato che il 50% dei consumatori utilizza l'acqua per struccarsi, abbiamo capito che dovevamo garantire che i nostri prodotti da make up non rilasciassero microplastiche nell'ambiente» spiega Katrin Steinbach, Technical Unit Expert Corporate Responsibility di Cosnova.
La cosmetica green punta ad offrire a pelle e capelli solo ciò che è necessario abbandonando gli eccessi: propone quindi formule con pochi ingredienti, essenziali e in giuste dosi. E invita a moderare i consumi: perché usare litri di docciaschiuma quando ne bastano poche gocce per lavarsi? E attenzione anche a chiudere l’acqua perché ogni spreco è un danno per l’ambiente.
Tutela di mari e oceani ma soprattutto risparmiare l’oro blu è uno dei primi impegni dei produttori di cosmetica green. Ecco allora che l’acqua delle formule può non essere tolta alle riserve idriche del Pianeta ma ricavata da frutti, magari scartati dall’industria alimentare. Ulteriore priorità della cosmetica green? La riduzione dei consumi energetici e puntare sull’energia verde. L’Erbolario, ad esempio, per tutte le sue attività produttive utilizza solo energia autoprodotta in un vasto parco fotovoltaico con il risultato di evitare ogni anno l’emissione di oltre 500 mila kg di CO2 che corrispondono a un bosco di 3500 alberi.
L’impatto ambientale di un cosmetico si misura anche dalla sua confezione. Le formule solide sono un grande aiuto in questa direzione. Risparmiano acqua in fase produttiva, la fanno risparmiare quando li si usa e inoltre tagliano drasticamente sull’impiego della plastica. Per avvolgere shampoo e balsami, detergenti viso e corpo, scrub e burri nutrienti in versione solida basta infatti la carta. «Per i nostri prodotti solidi di cui di recente abbiamo ampliato la gamma usiamo un imballo composto al 60%da cartone proveniente dai nostri scarti di fabbrica che per altro è riciclabile al 100%» spiega Philippe Msika, Direttore Ricerca, Innovazione & Sviluppo di Yves Rocher.