Sanihelp.it – Gli specialisti del Centro Oculistico Italiano di Brescia, l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’IRCCS Fondazione Bietti di Roma grazie ad un progetto internazionale finanziato dalla fondazione svizzera Velux Stiftung puntano alla realizzazione di un sistema automatico contactless per lo screening e la diagnosi precoce della forma di glaucoma ad angolo chiuso.
Il glaucoma è una malattia molto frequente: basti pensare che secondo i dati forniti dall’OMS nel mondo ne sono affette circa 80 milioni di persone e 25 milioni circa sono quelle che hanno perso la vista del tutto o in parte.
Solo in Italia i glaucomatosi sono circa un milione, ma una persona su due non sa di esserne affetta.
I ricercatori impegnati in questo progetto di ricerca sono al lavoro per creare un algoritmo che possa consentire un giorno anche di fare lo screening ambulatoriale e il monitoraggio da remoto. «L'Intelligenza Artificiale (IA) è un sistema informatico in grado di eseguire attività che normalmente richiedono l'intelligenza umana, come il rilevamento delle alterazioni indotte dal glaucoma a livello della testa del nervo ottico, o la progressione del danno del campo visivo» spiega Luciano Quaranta, direttore scientifico del Centro Oculistico Italiano, professore ordinario in malattie dell’apparato visivo nonché primo in Italia e nella Top Fifty dei migliori esperti di terapia del glaucoma al mondo.
«I metodi di Intelligenza Artificiale vengono sviluppati applicando delle specifiche competenze tecniche, note anche come competenze algoritmiche, per interrogare i dati, il che porta alla produzione di algoritmi informatici veloci e intelligenti».
Gli algoritmi automatizzati sono già utilizzati in alcune branche cliniche, tra cui proprio l'oftalmologia. Di recente, per esempio, è stato sviluppato un dispositivo basato sull'IA approvato dalla FDA che rileva la retinopatia diabetica. «Nell’ambito del glaucoma – prosegue il professor Quaranta – esistono due principali fronti di applicazione dell’IA: l’analisi della testa del nervo ottico e l’analisi della progressione del danno del campo visivo. Con il nostro progetto, invece, stiamo cercando di ‘sfruttare’ l’IA per individuare il prima possibile la patologia oculare.
«La diagnosi precoce e la gestione preventiva della degenerazione è fondamentale», sottolinea il professor Quaranta.
«Le persone con glaucoma, o a rischio di svilupparlo, devono sottoporsi a controlli periodici durante il corso della loro vita e proprio per questo con il progetto italiano che stiamo portando avanti speriamo di poter mettere a punto un sistema automatico per la diagnosi precoce».
Quale vantaggio può esserci con una diagnosi di glaucoma fatta da un algoritmo piuttosto che da un medico?
«Il glaucoma è una malattia multifattoriale e per questo motivo risulta difficile pensare che allo stato attuale un algoritmo di IA possa sopperire completamente alla capacità di discernimento clinico dell’uomo», risponde il professor Quaranta che aggiunge – La diagnosi non è sempre semplice anche per un oculista esperto e per tale motivo si rende sempre più necessario avere a disposizione degli strumenti che consentano di eseguire una diagnosi corretta e precoce, anche in condizioni di scarsa accessibilità al sistema di diagnosi e cura».
I ricercatori stanno provando ad ‘addestrare’ la macchina e a farla ragionare correttamente in modo che abbia tutte le informazioni che occorrono per un rilevamento accurato del glaucoma.
«Al momento – precisa l’oculista – abbiamo dimostrato che esiste una buona correlazione tra clinico esperto e sistema collegato ad Intelligenza Artificiale e reti neurali. Ad oggi, sebbene il dataset sia ancora limitato, abbiamo un grado di concordanza superiore al 80% per tutti i gradi di profondità della camera anteriore periferica».