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Leucemia acuta mieloide, conferme per CPX-351

Tumori: prevenzione e terapie

Sanihelp.it – La leucemia mieloide acuta si sviluppa nel midollo osseo e progredisce rapidamente, e proprio per questo motivo viene detta acuta. Il midollo osseo è un tessuto spugnoso presente all’interno delle ossa lunghe e di alcune ossa piatte, dove hanno origine le cellule staminali, dalle quali si sviluppano le cellule del sangue, come i globuli rossi o eritrociti, i globuli bianchi o leucociti e le piastrine. Se durante questo processo di trasformazione subentrano errori o mutazioni che portano a una evoluzione in cellule tumorali, si origina la leucemia mieloide cronica. Ogni anno in Italia si stimano circa 2000 nuovi casi, più uomini che donne.


La chemioterapia rimane il trattamento di prima scelta. In particolare, CPX-351 è una chemioterapia, ma non appartiene alla categoria delle terapie mirate. Si tratta di un approccio innovativo di chemioterapia ed è una formulazione liposomiale con un rapporto 1:5 di daunorubicina e citarabina, che sono i due farmaci cardine della terapia della leucemia acuta mieloide.

Nei pazienti affetti da questa patologia, compresi quelli ad alto rischio o con un’età uguale o superiore a 70 anni, il trattamento si conferma sicuro ed efficace, secondo i risultati di uno studio chiamato CREST-UK, portato a termine nel Regno Unito e presentato al 64° congresso dell’American Society of Hematology da un ricercatore, Priyanka Mehta, e dai suoi colleghi. La percentuale di soggetti che hanno ottenuto una remissione completa e/o che hanno potuto procedere a un trapianto di cellule staminali ematopoietiche è risultata coerente con quelle di altri studi eseguiti su CPX-351. Nello studio CREST-UK si è osservato un tasso di remissione completa con recupero ematologico incompleto del 53% circa, con una sopravvivenza globale (OS) mediana di quasi 13 mesi.

Gli obiettivi dello studio erano il tasso di remissione completa, con recupero ematologico incompleto e la sopravvivenza OS, e obiettivi secondari erano le caratteristiche del paziente e della malattia, la percentuale di pazienti sottoposti al trapianto di staminali, l’OS a partire dalla data del trapianto e il profilo di sicurezza. L’analisi ha riguardato 147 soggetti adulti, con un’età uguale o superiore a 18 anni e per il 64% di sesso maschile, con una nuova diagnosi. L’età media era di 64 anni.

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