Sanihelp.it – Ci sono coppie che vogliono conoscere il prima possibile il sesso del nascituro, vuoi per curiosità o anche semplicemente per questioni organizzative, altre che preferiscono scoprirlo al momento della nascita o altre ancora che non sono particolarmente interessate alla questione. Da qualche anno ci sono però anche coppie che vogliono sì l’effetto sorpresa, però non solo non intendono aspettare il parto, ma desiderano anche condividere la scoperta con i propri cari e festeggiare il momento.
Per questi ultimi c’è il gender reveal party, ovvero la festa prenascita in cui i presenti –futuri genitori ma anche parenti, amici e chi più ne ha più ne metta – scoprono tutti insieme il sesso del nascituro: i più sobri scelgono semplicemente di aprire una busta chiusa che contiene la rivelazione (in genere chiusa nella stessa direttamente dal ginecologo), ma c’è anche chi opta per modalità decisamente più eclatanti, affidando il segreto a organizzatori specializzati che allestiscono uno svelamento ad hoc.
Si tratta di una tendenza nata alcuni anni fa in America e che ora si sta diffondendo rapidamente anche nel nostro Paese, dove sembra trovare particolare terreno fertile tra personaggi famosi e influencer. Molti ricorderanno, ad esempio, il recente caso dell’influencer Chiara Nasti e del compagno, il calciatore della Lazio Mattia Zaccagni: la coppia ha addirittura affittato lo stadio Olimpico e per la rivelazione è stato necessario un gol in porta da parte del futuro papà, per scatenare un’esplosione di coriandoli azzurri. Non da meno, in termini di enfasi, anche la scelta di Gianluca Vacchi che, a luglio 2020, ha scoperto di aspettare una figlia grazie a un elicottero che ha rilasciato sulla sua proprietà una nube rosa.
Il fenomeno del gender reveal party non manca di suscitare perplessità: il party Nasti-Zaccagni, per esempio, ha scatenato numerose polemiche, soprattutto via social, perché giudicato da più parti eccessivo e pacchiano. Perfino la pioniera del fenomeno, la blogger americana Jenna Karvunidis, in una intervista rilasciata al Guardian nel 2019 si è detta pentita di aver in qualche modo lanciato il trend, non solo perché, soprattutto negli USA, alcuni festeggiamenti sono letteralmente sfuggiti di mano causando incidenti anche mortali, ma anche perché, a suo dire, forse il genere di una persona non è la cosa più importante da cui partire.