Sanihelp.it – Alcuni studi epidemiologici hanno confermato l’effetto protettivo del tè verde contro alcune forme di cancro, ma hanno anche lanciato un segnale a non esagerare perché con quantità troppo elevate può aumentare il rischio di anomalie congenite quali la spina bifida. Queste le conclusioni principali di una ricerca finanziata dall’Unione Europea e pubblicata sulla rivista Cancer Research.
Sembra infatti che un polifenolo isolato dalle foglie di tè verde, il gallato di epigallocatechina (EGCG), se è presente nelle stesse concentrazioni che si trovano nel sangue e negli altri tessuti dei bevitori di tè, inibisca la crescita delle cellule tumorali in vitro.
Secondo gli scienziati spagnoli dell’Università di Murcia, che hanno collaborato alla ricerca con quelli ingelsi del John Innes Centre (JIC), l’EGCG potrebbe dunque rappresentare il punto di partenza per una nuova famiglia di farmaci antitumorali.
Per la prima volta dunque è stata data una spiegazione scientifica per cui l’EGCG inibisce la crescita delle, grazie all’identificazione dell’enzima a cui si lega EGCG nelle cellule tumorali.