Sanihelp.it – Perché si chiama Halloween? Per una volta Sanihelp.it non vuole parlare di salute, ma ricordare un appuntamento immancabile della prossima settimana: la mitica notte delle streghe!
Zucche, pipistrelli, scheletri, manici di scopa: chi non conosce i simboli di Halloween, la festa più orrenda ma anche più divertente dell’anno?
In effetti non sono solo i bambini ad approfittare di questa parentesi tenebrosa dell’anno per rispolverare lunghi mantelli neri e cappelli a punta: tutti, grandi e piccini, si fanno travolgere dalla mania del travestimento horror.
Non sono invece in molti a conoscere i retroscena di questa lugubre ma simpaticissima ricorrenza: quando si parla di Halloween infatti la leggenda si mescola con la realtà, e diventa difficile distinguere ciò che realmente è accaduto da ciò che invece è solo frutto della fantasia…
Per fare un po’ d’ordine in questo calderone (tanto per restare in tema!), Sanihelp ti propone un viaggio infernale, ai confini dell’ horror e del macabro!
Non avere paura… Seguici!
Cominciamo dall’etimologia: cosa significa il termine Halloween e da dove viene?
Forse non tutti sanno che Halloween è una festa squisitamente europea: in effetti la parola è di origine anglosassone, si fa risalire alla tradizione della Chiesa cattolica e deriva da una contrazione della frase All hallows eve, ovvero la notte di Ognissanti (con la -s finale a partire dal XV secolo).
Infatti in inglese to hallow significa santificare, rendere santo, consacrare (letteralmente: to honour as holy).
Il nome viene poi abbreviato in Hallows’even (in inglese antico even significava sera), poi in Hallow-e’en e infine in Halloween.
Perché si festeggia la notte del 31 ottobre? Come molte feste moderne, Halloween affonda le sue radici nelle celebrazioni di antichi popoli, in particolare delle genti che vivevano in Inghilterra in tempi remoti: gli antichi celti.
Nel V secolo a.C. per le popolazioni dell’Irlanda celtica l’anno nuovo iniziava il primo novembre.
Siccome il loro sostentamento principale era l’agricoltura, nella notte del 31 ottobre (la notte di fine estate) i celti festeggiavano Samhain, una divinità oscura che i mortali ringraziavano per i raccolti estivi.
Quindi è evidente come, anche se Halloween significa notte santa o consacrata, l’origine della festa sia pagana.
Samhain era il Signore degli Inferi che, con l'arrivo dell'inverno, cancellava la potenza del dio Sole, suo eterno rivale.
Samhain venne così tradizionalmente identificato con il dio dei morti, o semplicemente con la luna, che spesso appare nell'iconografia di Hallowen.
Il giorno di Samhain segnava dunque l’inizio della metà invernale dell’anno, e fu chiamato per questo il giorno in mezzo agli anni.
L’essere “in mezzo agli anni” veniva considerato un momento magico: le barriere tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti si assottigliavano tanto da permettere a questi ultimi di tornare sulla terra e comunicare con i vivi, e il velo tra passato, presente e futuro poteva essere scostato con profezie e divinazioni.
I celti credevano inoltre che esseri magici fossero ben visibili in questo periodo e ritenevano tali creature ostili agli uomini, poiché questi avevano occupato le loro terre.
Durante questa notte vagavano nel mondo per attirare gli umani e farli perdere in mondi incantati, dove sarebbero rimasti intrappolati per sempre.
Dopo che i romani sottomisero i celti, la Chiesa cattolica spostò il giorno di Ognissanti, una festa che onorava il martirio dei primi cristiani, da maggio al primo novembre, e assegnò nuovi significati cristiani a molti simboli associati al Samhain.
In questa giornata si onoravano tutti i morti, non solo i primi santi cristiani, ma con il passare del tempo questi spiriti assunsero un connotato diabolico e malvagio.
La Chiesa affermava infatti che gli dei e tutti gli altri esseri soprannaturali delle religioni antiche fossero di impronta diabolica e che le forze spirituali con cui le persone venivano in contatto costituivano delle manifestazioni del diavolo, che conduceva l'uomo verso l'adorazione di falsi idoli.
Fu così che, durante le celebrazioni per Halloween, apparvero rappresentazioni di fantasmi, scheletri, simboli della morte, del diavolo e di altre creature maligne, come le streghe.
Perché i colori tipici sono arancione e nero? I colori tradizionali di Halloween sono il nero e l'arancione: pensiamo all’abbigliamento di streghe e vampiri e al buio del quale sono perennemente circondati, nonché all’abbondanza di zucche accese a illuminare la notte…
La simbologia del nero è facilmente comprensibile: il nero simboleggia l’imminente buio dell’inverno, ed è anche il colore sacro delle deità pagane che governano il mondo dei morti.
E poi il nero è il colore privilegiato dalle streghe, per la sua abilità di ostacolare e addirittura annullare il maligno, e di assorbire a neutralizzare energie negative.
Per quanto riguarda l’arancione, questo colore ricorda la mietitura e quindi riflette la natura agricola di Halloween, che risale alle epoche pre-cristiane.
Inoltre, essendo il colore delle foglie d'autunno nonché del simbolo assoluto di Halloween, le zucche, evoca lo spirito della stagione che è alle porte.
Perché dolcetto o scherzetto? Nella notte di Halloween i bambini mascherati bussano alle porte chiedendo dolcetti. Se non ricevono nulla, possono giocare un brutto scherzo ai proprietari della casa.
Questa tradizione viene chiamata con un gioco di parole della lingua inglese, trick or treat?, tradotto in italiano con dolcetto o scherzetto?
Sull’origine della celeberrima formula le opinioni si dividono: c’è chi sostiene che derivi ancora una volta dal folklore celtico, e chi invece esclude questa possibilità.
Nella tradizione celtica le fate erano solite fare scherzi perché considerate ostili e pericolose dagli uomini. Allora i celti, per guadagnarsi il favore delle fate, erano soliti offrire del cibo o del latte che veniva lasciato fuori dalle loro case.
Ma esiste un’altra teoria su questo giochetto, che vuole che abbia origine non dai celti ma da una pratica europea del IX secolo d.C. chiamata souling (letteralmente elemosinare l’anima).
Il 2 novembre i primi cristiani vagavano di villaggio in villaggio elemosinando per un po' del cosiddetto pane d'anima (soul cake), un semplice dolce di forma quadrata fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l'anima di un parente defunto, o per una persona morta amata da chi aveva offerto loro la torta. Più dolci ricevevano, più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori.
Infatti a quell'epoca si credeva che i morti rimanessero nel limbo per un certo periodo dopo la morte e che le preghiere (anche fatte da estranei) potessero rendere più veloce il passaggio in paradiso.
I bambini cantavano anche la canzone della soul cake, antesignana della moderna filastrocca Trick or treat, trick or treat, give me something good to eat! (Dolcetto o scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare!).
Perché si scavano le zucche? Halloween non sarebbe lo stesso senza i perfidi sorrisi delle zucche illuminate.
Intagliare zucche è un'attività che nasce più di 2000 anni fa, ed è legata a una leggenda del folklore irlandese.
Si narra che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce.
Jack intrappolò il diavolo tra i rami e strinse un patto con lui: se non lo avesse più indotto in tentazione, lo avrebbe fatto scendere dall'albero.
Alla morte di Jack, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l'ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo.
Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma, Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all'interno.
A partire da questo racconto, si diffuse in Irlanda l’abitudine di svuotate e intagliare i cavoli rapa per usarli la notte di Halloween come lanterne, per illuminare la strada ma soprattutto per spaventare e scacciare i fantasmi.
Quando nel 1840 arrivarono negli USA, gli irlandesi scoprirono che le rape americane erano piccole, ma anche che le zucche erano più grosse e più facili da scavare dei cavoli rapa.
Ecco perché oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata al cui interno è posata una lanterna.
Nei tempi moderni le lanterne intagliate nelle zucche sono usate dalle streghe per far luce agli spiriti dei morti, quelli a cui si voleva bene, che tornano nel mondo dei vivi la notte di Halloween.
Perché ci si mette in maschera? Halloween è la festa dei mostri, degli spiriti, degli esseri malvagi, e di tutti quei personaggi che tradizionalmente, nell’immaginario comune, incarnano il concetto del male, opponendosi agli eroi buoni.
Quindi le maschere più azzeccate sono quelle che rispettano questa tendenza malefica: pirati, streghe, vampiri, diavoli, con tutte le varianti moderne estrapolate dal cinema, dai cartoons, dai fumetti (quanti bambini, quest’anno, si travestiranno da nemici di Spiderman?).
Anche in questo caso l’abitudine moderna affonda le sue radici nell’antica tradizione celtica: nell’Irlanda celtica si credeva che in questa data gli spiriti tornassero indietro in cerca di un corpo da possedere.
Per difendersi da questa minaccia ci si mascherava in modi spaventosi, e si sfilava per le strade sperando così di scacciare i fantasmi vagabondi fuori dalla città.
Perché le mele sono il frutto protagonista? Per la notte delle streghe si fanno feste durante le quali vengono distribuiti vari tipi di dolci come la mela caramellata, il tradizionale dolce della notte di Halloween.
Inoltre si organizzano giochi come quello della mela, che consiste nel cercare di mordere una mela messa in una bacinella d’acqua, tenendo le mani dietro alla schiena.
Ma da dove arriva l’abitudine di usare le mele in occasione di Halloween?
La tradizione popolare riferisce che per venerare Samhain, la terribile divinità della notte, si praticavano riti divinatori che riguardavano previsioni del tempo, matrimoni e la fortuna per l’anno venturo, e che avevano tutti per protagonista la mela.
In particolare vi erano due riti: quello dell’immersione delle mele e quello della spellatura della mela.
Il primo era una divinazione per un matrimonio: la prima persona che mordeva una mela si sarebbe sposata l’anno seguente.
Invece sbucciare la mela era una divinazione sulla durata della vita: più lungo era il pezzo di mela sbucciato senza romperlo, più lunga sarebbe stata la vita di chi la sbucciava.
Perché le icone animali sono pipistrello, gufo, ragno e gatto nero? Tutti e quattro questi animali sono stati associati, a partire dal Medioevo, alle streghe, di cui si credeva che fossero servitori demoniaci, chiamati famigli.
Quando le streghe cominciarono a essere collegate ad Halloween, anche i famigli ne divennero delle icone.
Pipistrello. Simbolo molto popolare di Halloween, il pipistrello è connesso alla stregoneria e alla morte in molte culture diverse. Questa associazione nasce dall'usanza di volare di notte e di dimorare in caverne e rovine.
Il sangue di pipistrello era anche usato (soprattutto nella magia nera) per la preparazione di pozioni magiche e unguenti.
Ragno. La superstizione vuole che il ragno sia portatore di cattive vibrazioni, capace di fare del male a uomini e animali anche solo con la vicinanza.
Gufo. Ancora oggi c'è chi pensa che sentire un gufo nel buio della notte indichi morte o cattivi presagi.
Durante il Medioevo si credeva che nella notte di Halloween demoni in forma di gufi viaggiassero assieme alle streghe e ai loro gatti a bordo di manici di scopa per andare al Sabba delle Streghe. Addirittura si temeva che fossero streghe travestite, ragion per cui vedere o sentire un gufo era fonte di paura.
Anche nell'antica Roma il gufo era uccello di malaugurio: la sua presenza indicava sfortuna (infatti il gufo era chiamato strinx dai romani, cioè strega).
Gatto. Infine, il gatto nero: quanti di voi tuttora fanno tre passi indietro quando un gatto nero taglia la strada? Ecco, per molte persone ancora oggi i gatti neri sono creature sinistre portatrici di sfortuna. Ed è ancora una volta nell’epoca medievale che il gatto nero divenne simbolo del diavolo.
E nei roghi che uccisero tante donne accusate di stregoneria, innumerevoli furono i gatti neri che trovarono la morte.