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Niente sesso fino al matrimonio? Solo il 12% dei giovani ci riesce

Sanihelp.it
Secondo una recente ricerca condotta negli USA, gli adolescenti che optano per l’astinenza sessuale prima del matrimonio spesso non tengono fede al proprio impegno.


Il rischio di contrarre una malattia a trasmissione sessuale è quindi più o meno lo stesso degli altri coetanei.

L’analisi di un campione rappresentativo di circa 15.000 giovani, di età compresa tra 12 e 18 anni, ha evidenziato che l’88% degli adolescenti che si sono impegnati a rimanere vergini fino al matrimonio ha finito per avere rapporti sessuali prematrimoniali.

I risultati della ricerca, presentati nell’ambito di una conferenza svoltasi a Filadelfia sulle malattie a trasmissione sessuale, hanno dimostrato che questi giovani dai buoni propositi non hanno mai recepito l’importanza dell’educazione sessuale: sono poco inclini all’uso del preservativo, e a ricorrere all’aiuto del medico in caso di malattie sessuali.

Il dottor Peter Barman della Columbia University di New York, responsabile dello studio, ha evidenziato che i sostenitori della verginità prematrimoniale rifiutano di ammettere che la sessualità degli adolescenti è una realtà.

«Quando prevalgono le ideologie», sostiene il medico, «anche gli interventi più seri per migliorare la salute pubblica sono destinati al fallimento.»

I giovani fautori dell’astinenza sono anche meno propensi a utilizzare contraccettivi durante il primo rapporto sessuale: soltanto il 40% dei maschi ha usato il preservativo negli ultimi dodici mesi, rispetto al 59% di quelli che non hanno scelto l’astinenza.

Tra le femmine, il rapporto è del 47% rispetto al 55%. Di conseguenza, il rischio di gravidanze indesiderate è molto alto.


Insomma, lo studio ha dimostrato che l’impegno all’astinenza sessuale porta a differire il primo rapporto, a diminuire il numero di partner e ad anticipare la scelta del matrimonio, ma non a ridurre l’incidenza delle malattie a trasmissione sessuale.

«Questi movimenti ignorano volutamente la ricerca sociologica, e finiscono per mancare il proprio obiettivo di partenza», conclude Bearman.
I risultati poco incoraggianti di questo studio, però, potrebbero aiutare i giovani a riflettere sulle conseguenze delle loro scelte.


Fonte: Reuters Health

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