Sanihelp.it – Le ultime settimane di gravidanza sono ricche di emozioni e pensieri per la futura mamma. C'è spesso ansia per il benessere del proprio bambino, voglia di vedere finalmente il bebè, una comprensibile dose di paura per un momento che ci mette decisamente alla prova…
Nascono spesso molti dubbi, in particolare se si tratta del primo bambino, su quali siano i segnali d'allarme o più semplicemente su quale sia il momento giusto per recarsi in ospedale.
Ecco allora alcuni semplici consigli.
Perché si possa parlare di travaglio la condizione indispensabile è che ci siano le contrazioni. Una certa attività contrattile dell'utero è però sempre presente nelle ultime settimane di gravidanza; sono contrazioni che preparano il collo dell'utero al parto. Quindi la presenza di contrazioni sporadiche nell'arco della giornata non deve rappresentare un motivo d'allarme. Al contrario la presenza di contrazioni regolari (ogni 3-5 minuti) da almeno un'ora, dolorose e della durata ciascuna di almeno 30 secondi,rappresenta una condizione in cui è consigliabile recarsi in ospedale con buone possibilità che il travaglio sia effettivamente iniziato.
Un altro motivo di preoccupazione per la mamma è spesso la presenza di perdite vaginali insolite. Ciò che spesso accade è che si osservino delle perdite mucose e dense. Questa condizione coincide con la perdita del 'tappo mucoso' ed è legata all'iniziale dilatazione del collo dell'utero con fuoriuscita appunto del muco cervicale. Tutto ciò, in assenza di contrazioni, può precedere anche di diversi giorni il travaglio e non deve pertanto rappresentare motivo d'allarme. A volte le perdite possono presentare striature ematiche, anche queste sono in genere condizioni benigne associate alle modificazioni del collo dell'utero, è comunque sempre raccomandabile, in presenza appunto di perdite ematiche, sottoporsi a visita di controllo.
Anche la presenza di perdite liquide trasparenti richiede un controllo ginecologico per escludere che si sia verificata una rottura del sacco amniotico con conseguente fuoriuscita di liquido amniotico.
Un'ultima condizione che impone che la mamma si rechi dal ginecologo è quella in cui la stessa percepisca una riduzione dei movimenti fetali. Ogni mamma nel corso della gravidanza impara a conoscere come e quanto si muove il proprio bimbo nella pancia, è quindi opportuno, qualora si noti un cambiamento di tali movimenti con una riduzione degli stessi, sottoporsi a un controllo che permetta di constatare il benessere del feto e rassicuri in tal senso la madre.
Quando il parto si avvicina…
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