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Celenterati: belli e pericolosi

Sanihelp.itMeduse, anemoni e coralli: quante volte in vacanza sei rimasto affascinato da questi esseri vivi e colorati? Appartengono alla grande famiglia dei celenterati e attualmente se ne conoscono circa nove mila specie, di cui circa un centinaio tossici per l'uomo.


Caratteristica principale delle specie da cui tenersi a debita distanza è la presenza di cellule urticanti (nematocisti), presenti in genere sui tentacoli o vicino all'apertura buccale dell’organismo marino.
Le nematocisti sono contenute all'interno di una struttura (cnidoblasto) dotata del cosiddetto punto trigger, stimolabile per via meccanica o chimica.
All'interno della nematocisti si trova un microtubulo, pieno di una sostanza tossica. Alla sua sommità si trova un microscopico arpione, che viene scagliato quando il punto trigger viene stimolato, infliggendosi nella cute della vittima e rilasciando il contenuto del microtubulo.

L'organismo più velenoso di questo gruppo appartiene alla classe delle meduse; si tratta di Chironex Fleckeri, una medusa a scatola (o cubo-medusa), che vive nelle acque dell'Australia settentrionale, responsabile fino a oggi di 63 decessi. Nel caso di avvelenamento sono possibili l'arresto cardiaco e respiratorio, l'insufficienza renale acuta e l'emolisi: la morte avviene nel giro di pochi minuti dal rilascio del veleno.

Le meduse piè comuni del Mediterraneo sono 3: la Pelagia Noctiluca, la Cotylorhiza Tuberculata e la Rhizostoma Pulmo, il cui veleno causa dolore forte e gonfiore della zona lesa ma non risulta mai mortale.

Per ciò che riguarda le attinie, meglio conosciute come anemoni di mare, tutte possiedono nematocisti urticanti pronti a colpire qualunque pesce o invertebrato si avvicini troppo.
Le attinie possono risultare urticanti soprattutto per chi ha la pelle delicata e facilmente irritabile, che va protetta (es. guanti in lattice per le mani).

E infine i coralli: un taglio provocato dalle affilate strutture di questo organismo espone la vittima a una particolare sindrome nota come febbre da corallo. La lacerazione dei tessuti provocata da questi rasoi subacquei, con l’introduzione nella ferita di materiale estraneo, fa insorgere una lesione che fatica a guarire.

Ma c'è un particolare gruppo di coralli, detto corallo di fuoco (Millepora Alcicornis), che ha proprietà fortemente urticanti, legate alla presenza di nematocisti. Vive in acque tropicali e subtropicali a profondità molto basse: lo si può incontrare già in prossimità della battigia. Il contatto con uno di questi organismi provoca un dolore immediato, arrossamento e gonfiore locali. Nei casi più severi sono stati riportati nausea, vomito e collasso cardiocircolatorio.


La gravità delle punture da celenterati dipendono da vari fattori (stagione, specie, numero delle nematocisti entrate in azione, dimensioni dell'animale, posizione e estensione della puntura, età della persona ferita). Punture leggere possono avere come risultato una semplice e fastidiosa irritazione della pelle, mentre le punture più gravi possono progredire rapidamente per coinvolgere in pratica qualsiasi organo del corpo.

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