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Batterio killer: niente panico

No alla psicosi, sì all prevenzione

Sanihelp.it – Dopo le notizie allarmanti degli ultimi giorni sulla diffusione di un batterio killer nei vegetali, la contaminazione alimentare preoccupa il 62% dei cittadini europei, ma la percentuale sale al 79% in Italia, anche per il rincorrersi di notizie contraddittorie che spesso si rivelano infondate.


È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sui dati Eurobarometro, in occasione dell’allarme lanciato dall’Oms sulla virulenza del ceppo di Escherichia Coli diffuso in Europa, dove ha provocato una psicosi nei consumi che ha causato danni per oltre 20 milioni di euro all’ortofrutta Made in Italy in una settimana.

A lanciare l'allarme sul ceppo di E.Coli, che può provocare la mortale sindrome emolitico-uremica, è stata l'Oms, specificando che la variante individuata negli ultimi test di laboratorio ha geni che la rendono resistente ad alcune classi di antibiotici e che finora non era mai stata individuata prima in un focolaio di infezione.

La scoperta è stata fatta da scienziati del Genomics Institute di Pechino, che hanno effettuato esami da campioni provenienti dalla Germania. La causa della contaminazione è ancora allo studio, precisa il Centro Europeo di prevenzione delle malattie che identificato il ceppo del batterio. Finora sono quasi 2.000 i casi di contagio accertati in Europa, 18 le vittime.

L’80% dei cittadini europei ritiene che le Autorità pubbliche dell’Unione Europea debbano fare di più per informare adeguatamente la popolazione, sostiene la Coldiretti, anche per evitare allarmismi come è accaduto nei confronti dei cetrioli, che sono stati poi scagionati dopo le accuse tedesche.

«In Italia non esiste alcun pericolo di contagio diretto – ha confermato il sottosegretario alla salute Francesca Martini in un’intervista alla Stampa – Il ministero della Salute ha da subito attivato il sequestro di 1,5 tonnellate di vegetali, in particolare cetrioli, e tutti gli esami fatti sono negativi. Il batterio che si è sviluppato in Germania in questo momento non è presente nel nostro Paese.

Sono importanti le norme igieniche – ha precisato il sottosegretario – Lavare molto bene la frutta e la verdura, possibilmente sotto acqua calda, e se possibile pelarla, fare bollire il latte: se anche ci fosse il batterio, mantenendo l’ebollizione per due minuti a 70 gradi verrebbe ucciso, lavare bene le mani e gli strumenti da cucina e cuocere separatamente carni e verdure».


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