Sanihelp.it – Regole ferree e controlli rigorosi in Piemonte per chi intende esercitare attività di tatuaggio, piercing, trucco permanente e forature dei padiglioni auricolari. Lo prevede un disegno di legge approvato in questi giorni dalla Giunta regionale.
«Se non eseguite in condizioni di sicurezza – spiega Eleonora Artesio, assessore alla tutela della salute e sanità – le pratiche invasive nel corpo possono rappresentare un veicolo di trasmissione di malattie come epatite B o Aids. L’inoculazione nella cute di sostanze chimiche, inoltre, può provocare reazioni indesiderate di tipo tossicologico o di sensibilizzazione allergica.
Di qui la necessità di colmare il vuoto legislativo attualmente esistente a livello nazionale, con la predisposizione di un disegno di legge – che ora passerà al vaglio del Consiglio regionale – che fissi le norme da osservare per un esercizio corretto di queste pratiche e che delinei un adeguato sistema di vigilanza da parte delle autorità competenti».
Il provvedimento prevede che chi voglia avviare un’attività di tatuaggio, di piercing o di trucco permanente o semipermanente debba, oltre ad aver compiuto i 18 anni e adempiuto agli obblighi scolastici, essere in possesso di un attestato di frequenza e superamento di specifici corsi finalizzati all’apprendimento di adeguate conoscenze tecniche sotto il profilo igienico-sanitario, in relazione ai rischi per la salute che possono derivare da queste pratiche.
Coloro che intendono avviare l’attività, inoltre, dovranno darne comunicazione al Comune e all’Asl di competenza, nonché iscriversi a un Registro regionale per consentire ai cittadini di poter verificare se il centro cui intendono rivolgersi sia in regola.
Il provvedimento vieta che possano essere eseguiti tatuaggi, piercing o trucco permanente in soggetti di età inferiore ai 14 anni. Fa accezione la foratura del lobo dell’orecchio, purché il minore sia accompagnato da chi esercita la patria potestà. I ragazzi tra i 14 e i 18 anni, invece, potranno sottoporsi a queste pratiche, a condizione che chi esercita la patria potestà rilasci di persona il consenso informato. La violazione di queste norme è punita con una sanzione amministrativa che va da 1.600 a 10.300 euro.
In ogni caso, i monili per piercing non dovranno contenere nichel e l’eliminazione dei tatuaggi non potrà avvenire in strutture non sanitarie in cui non ci sia la presenza di personale medico. Tatuatori e piercer, infine, dovranno sempre acquisire il consenso informato dei propri clienti prima di sottoporli al trattamento, nonché compilare una scheda individuale da conservare per almeno cinque anni.