Sanihelp.it – Un nuovo decreto del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali mette ordine nella produzione di mozzarelle di bufala DOP.
La mozzarella di bufala è un formaggio la cui produzione è tradizionalmente concentrata in Campania e in alcune province delle regioni limitrofe. L’Unione europea ne ha riconosciuto la DOP (Denominazione di Origine Protetta) e il Consorzio della mozzarella di bufala campana esercita i necessari controlli per tutelare il marchio.
Il regolamento stabilisce che i produttori possano continuare a produrre nello stesso stabilimento sia mozzarella DOP che altre tipologie di formaggi (quali ricotta e mozzarella non DOP), a condizione che il latte utilizzato provenga dall’area riconosciuta come di origine protetta. La mozzarella DOP per fregiarsi di questo appellativo, infatti, deve essere prodotta seguendo un preciso disciplinare che, tra l’altro, prevede l’utilizzazione di latte fresco: quei caseifici non iscritti al consorzio DOP che possono utilizzare latte di bufala o semilavorati di qualsiasi provenienza non potranno, dunque, fregiarsi della denominazione.
In concreto, i consumatori troveranno sul mercato tre tipi di prodotti: la mozzarella di bufala campana DOP; la mozzarella di bufala non DOP, ma realizzata comunque con latte di area DOP dai produttori aderenti al consorzio e infine il prodotto non certificato, realizzato da tutti gli altri con latte e semilavorati bufalini qualsiasi, proveniente da ogni dove.
Se si desidera consumare una mozzarella DOP, bisogna esigere un'adeguata etichettatura garantita dal Consorzio. Negli altri casi bisogna fare affidamento nella serietà dei rivenditori, che spesso sono i soli a conoscere la reale provenienza del prodotto. Bisogna quindi fare molta attenzione quando si acquista la mozzarella per evitare che divenga una vera e propria bufala.