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Influenza suina: è allarme?

La situazione italiana

Sanihelp.it – Il 24 aprile gli Stati Uniti d’America hanno segnalato 7 casi umani confermati da virus dell’influenza suina (5 in California, 2 in Texas) e 9 casi sospetti. Subito dopo, il Governo del Messico ha segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità tre eventi epidemici che si teme abbiano provocato numerose infezioni e 62 decessi.


A distanza di cinque giorni, il riepilogo della situazione internazionale, secondo l’OMS, è il seguente: in Messico 20 casi confermati in laboratorio di influenza suina A/H1N1 (oltre mille casi sospetti segnalati e 49 decessi); Negli Stati Uniti, i casi confermati sono 40 (28 a New York, 7 in California, 2 in Texas, 2 in Kansas e 1 in Ohio) e non è stato segnalato alcun decesso. Ieri è giunta la conferma di 4 casi confermati in Canada e 1 in Spagna.

Subito è scattato l’allarme internazionale, con controlli a tappeto sui maiali di tutto il mondo, e come è solito in questi casi è arrivato puntuale anche lo strascico di panico e fobia per la carne suina.
Ma il Ministero della Salute invita alla calma: attualmente non sono stati segnalati casi nel nostro Paese. In Italia infatti da almeno dieci anni non viene importata carne fresca, congelata o suini vivi dal Messico e nei cinquemila allevamenti italiani non è stato riscontrato nessun caso di contagio di uomini o animali.

La situazione è monitorata dal Ministero ora per ora e al momento non si è ravvisata la necessita di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere. Nel frattempo sono stati inviati agli Uffici di sanità marittima e frontaliera dei volantini contenenti dei consigli per i viaggiatori in partenza o in arrivo dalle zone a rischio.

Per tranquillizzare i cittadini il Sottosegretario alla Salute Francesca Martini rende noto che da anni l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia e dell’Emilia Romagna (IZSLER), Centro di Referenza Nazionale per le malattie vescicolari del suino, ha reso sistematico un programma di screening con lo scopo di monitorare la circolazione dei virus influenzali suini.

Il Ministero finanzia inoltre ricerche in collaborazione tra Istituti Zooprofilattici (IZSLER e l’IZS delle Venezie già Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza aviaria) e Istituto Superiore di Sanità per lo studio delle possibili ricombinazioni virali e della trasmissione di ceppi influenzali dagli animali all’uomo, rilevato che i virus influenzali di tipo A sono caratterizzati da un’elevata capacità di effettuare passaggi da una specie a un’altra.

Sono in esecuzione altresì studi osservazionali, in particolare un progetto finanziato dall’Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro, per valutare l’esposizione di lavoratori, addetti ad allevamenti avicoli e suinicoli, rilevati positivi agli anticorpi contro virus influenzali aviari e suini e quantificarne l’eventuale rischio legato all’attività lavorativa.


Si segnala, infine, che l’Italia dispone di un preciso Piano concordato con gli altri Stati dell’Unione Europea di preparazione e risposta a un’eventuale pandemia influenzale e di ampie scorte (circa quaranta milioni di dosi) di alcuni farmaci antivirali oseltamivir (Tamiflu) e zanamivir (Relenza), a cui i sottotipi di virus influenzali suini A/H1N1 identificati in questa epidemia si sono dimostrati sensibili.

La diffusione di queste misure precauzionali e di un’informazione puntuale e aggiornata al cittadino mira a spegnere il focolaio di psicosi generale che può ripercuotersi sulla già delicata situazione economica del nostro Paese.
In passato situazioni analoghe hanno provocato infatti una psicosi nei consumi che è costata migliaia di posti di lavoro e miliardi di euro al sistema produttivo, con perdite stimate di 2 miliardi per la mucca pazza (2001) e di mezzo miliardo per il pollame con l’aviaria (2005).
Un rischio che per ora sembra improbabile. Da un monitoraggio della Coldiretti emerge infatti che gli acquisti di carne di maiale e di salumi stanno procedendo regolarmente.

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