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Metà delle pizze napoletane fatta con ingredienti stranieri

Sanihelp.it – Con la metà delle pizze preparate nelle 25mila pizzerie italiane che contengono ingredienti principali importati dall’estero, il rispetto dell’originalità degli ingredienti e del loro legame con il territorio è una condizione determinante per la tutela della vera pizza napoletana tradizionale.
È quanto afferma la Coldiretti nel riferire dell’avvenuta tutela comunitaria per la pizza napoletana Sgt (Specialità tradizione garantita) da parte all’unanimità da parte del Comitato di gestione dell’Unione Europea, con la sola astensione della Polonia.


La pizza napoletana STG avrà come caratteristiche, oltre agli imprescindibili pomodoro, mozzarella di bufala dop o mozzarella STG, olio extravergine d’oliva e origano – un diametro non superiore ai 35 cm , il bordo rialzato (cornicione) tra 1 e 2 cm , e una consistenza insieme morbida, elastica e facilmente piegabile a libretto.

Si tratta di una prima forma di tutela di fronte al rischio concreto di trovarsi servito in pizzeria un prodotto preparato con cagliate provenienti dall’est Europa invece della tradizionale mozzarella, pomodoro cinese invece di quello nostrano, olio di oliva tunisino e spagnolo e farina canadese o ucraina che sostituisce quella ottenuta dal grano nazionale.
In Italia, infatti, sono stati importati in un anno – spiega la Coldiretti – 500 milioni di chili di extravergine, 86 milioni di chili di cagliate per mozzarelle, 130 milioni di chili di concentrato di pomodoro e 5 miliardi di chili di grano tenero.

Oggi pizza è la parola italiana più conosciuta all’estero con l’8%, seguita dal cappuccino (7%), dagli spaghetti (7%) e dall’espresso (6%), secondo un sondaggio on line della Società Dante Alighieri. E secondo una recente ricerca Doxa, quando si tratta di scegliere qualcosa di gustoso per la pausa pranzo, il 26% degli italiani opta per la pizza.

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