Sanihelp.it – I rischi per la salute nel caso di esposizione a radiazioni vanno distinti in acuti e cronici. Nell’immediato, se esposti a radiazioni eccessive, si avrà arrossamento cutaneo, perdita di capelli, sindrome acuta da esposizione ionizzante. È importante sottolineare che la fase acuta, legata all’energia radiante e termica, interessa solo gli individui che si trovavano sul luogo al momento dell’incidente o che vi si trovano tutt’ora nella gestione della catastrofe. Questa fase coinvolge meno o affatto il resto della popolazione.
I rischi definiti cronici invece sono legati all’interferenza delle sostanze radioattive con il dna. L’unico riferimento a questo proposito è ciò che accadde in Giappone nel 1945 (la catastrofe di Chernobyl del 1986 è ancora troppo recente): entro i dieci anni da quella tragedia si registrò un aumento dei casi di leucemia, e a più di dieci anni dall’esposizione si registrò un aumento delle altre forme tumorali, con eccezione per il tumore della tiroide.
È importante sottolineare che solo poco più di un centinaio di civili, esclusi gli addetti ai lavori, sono stati interessati agli effetti acuti dell’esposizione alle radiazioni, che in una situazione di questa portata rappresenta un numero molto limitato. Per quel che riguarda invece gli effetti cronici occorrerà aspettare una decina di anni, la fortuna è che la letteratura medica giapponese in questo ambito è molto precisa e sarà quindi possibile avere un rendiconto scientifico di primo livello.
La situazione viene gestita in maniera efficace dal governo giapponese, per ridurre i rischi è importante limitare il consumo di vegetali, latte e derivati prodotti nelle vicinanze della zona interessata. Occorre però tenere conto della grande influenza della meteorologia: una pioggia radioattiva può contaminare anche una zona distante un centinaio di chilometri. Anche l’Italia, così come altri Paesi europei, ha preso misure precauzionali: è stata infatti bloccata l’importazione di prodotti alimentari dal Giappone, una misura importante e largamente preventiva.
Il governo nipponico ha inoltre fornito consigli generici, ma estremamente preziosi: chiudersi in casa, chiudere i sistemi di ventilazione, non tenere in casa gli abiti che si indossavano al momento dell’incidente, consumare senza paura gli alimenti sigillati, che non possono essere stati contaminati. Piccole precauzioni che possono dare grandi risultati. C’è un alto livello di comunicazione con la popolazione e un grande controllo dell’emergenza.