Sanihelp.it – Per oltre due terzi delle donne italiane l’allattamento naturale compromette l’integrità estetica del seno. Secondo un’indagine svolta in Italia da Datanalysis su 1.000 donne tra i 18 e i 40 anni, circa il 50% delle neomamme ritiene che, dopo l’allattamento, sia utile un intervento correttivo. Solo il 22%, però, pensa a un intervento chirurgico, mentre il 70% vorrebbe un aiuto leggero e senza anestesia.
Nella maggior parte dei casi, tuttavia, il seno naturale resta un desiderio irrealizzato (80.7%), soprattutto per paura, ma anche per l’assenza di informazioni e per non togliere tempo al bambino.
Per informare le donne sull’importanza non solo fisica, ma anche psicologica, di riportare il seno alla sua forma naturale dopo l’allattamento (e non per forza con il bisturi!), è partita l’iniziativa Cuore di mamma, corpo di donna che, in collaborazione con ginecologi, psicologi e medici estetici, vuole sensibilizzare le donne sull’importanza dell’allattamento al seno, a volte evitato proprio per il timore che perda il suo volume naturale.
«Dopo l’allattamento – spiega Anna Dell’Isola, psicologa e psicanalista – accade spesso che la mamma si senta lesa in una parte molto femminea del proprio corpo, il seno. Questa sensazione può innescare una conscia o inconscia sofferenza mentale e quindi relazionale».
«La gravidanza e l’allattamento al seno tendono a creare un doppio allontanamento del partner – aggiunge Paola Colombo, ginecologa all’IRCCS Policlinico Mangiagalli di Milano – Uno naturale legato al rapporto madre/bambino e un altro artificiale derivante dalla paura di perdere la propria integrità estetica e il proprio ruolo di donna».
«Non dimentichiamo inoltre che oggi la maggior parte delle gravidanze riguarda donne di 35-40 anni: a questa età i segni di una maternità sono più invasivi che non sul corpo di una ragazza di 20-25 anni – spiega Massimiliano Brambilla, specialista in chirurgia plastica del IRCCS Policlinico Mangiagalli di Milano – L’addome diventa flaccido, i tessuti tendono a cedere, le mammelle aumentate di volume per la gettata ormonale sono destinate a ridursi di volume e perdere di tono e compattezza».
Quasi sempre il disagio si manifesta a distanza di alcuni mesi dal parto, quando l’arrivo del bambino è stato ammortizzato e la neomamma ricomincia a guardarsi allo specchio, vorrebbe migliorarsi ma non può permettersi un ricovero né una convalescenza.
Occorre allora proporre soluzioni che possano dare un beneficio alla forma e al volume della mammella ma che consentano un recupero rapido delle normali attività familiari. «L’ideale è un trattamento a base di acido ialuronico macromolecolare, composto da un gel naturale (NASHATM) già presente nel corpo umano, pertanto totalmente sicuro, e posizionato al di sotto delle ghiandole mammarie e sopra il muscolo. Pertanto non interferisce minimamente con l’allattamento – spiega ancora il dottor Brambilla – Le caratteristiche del gel NASHA consentono un effetto volumizzante e rimodellante immediato, ma non definitivo (l’acido ialuronico si riassorbe progressivamente). In più, permette di adattare forma e misura del seno secondo l’età e le modificazioni del corpo femminile nell’arco della vita».
Il trattamento dura circa mezzora e subito si possono riprendere le proprie attività. Non richiede sedazione, né ricovero, ma solo una leggera anestesia locale. È stato approvato sia in Europa (CE) che negli Stati Uniti (FDA) ed è basato su una tecnologia con più di 10 milioni di trattamenti in oltre 70 paesi del mondo.
Non è però un trattamento per tutte. Non è indicato nei casi di grave lassità o cedimento molto importante dei tessuti, in donne portatrici di un particolare parenchima mammario e non deve essere effettuato prima dei sei mesi dalla fine dell’allattamento.
Sul sito www.cuoredimammacorpodidonna.it sono disponibili gli indirizzi degli specialisti abilitati a praticare questa procedura, le città coinvolte nella campagna e le risposte a molte domande sull’allattamento al seno. Cuore di mamma, corpo di donna è anche un’iniziativa itinerante, che toccherà tutte le regioni italiane tra il 2010 e il 2011 con incontri aperti alle mamme.