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Scoperto cosa scatena la voglia di cibi grassi

Sanihelp.it – Come sappiamo, è molto difficile resistere ai cibi grassi, come quello dei fast food. Oggi ricercatori del Dipartimento Drug Discovery and Development dell’Istituto Italiano di Tecnologia, in collaborazione con la University of California – Irvine e l’Albert Einstein College of Medicine of Yeshiva University, New York, hanno identificato un meccanismo biologico alla base della difficoltà nello smettere di mangiare cibi ricchi di grassi, una volta iniziata la loro ingestione.


Dai test effettuati, è stato evidenziato il ruolo fondamentale degli endocannabinoidi, sostanze prodotte naturalmente dal corpo umano, chiamati in questo modo in quanto il THC, il principio attivo della marijuana, o Cannabis, ne mima gli effetti, compreso quello del desiderio di cibo.

Si è visto che i soli cibi grassi, quindi non gli zuccheri o le proteine, generano un segnale di feedback positivo nella lingua che, prima, viene inviato al cervello e da lì, attraverso il nervo vago, all’intestino. Quì, il segnale stimola la produzione di due endocannabinoidi, l’anandamide e il 2-AG, che si legano al loro recettore target CB-1 (Cannabinoid-1), causando la sensazione di desiderio.

Un tempo indispensabile per la sopravvivenza dei mammiferi (i cibi grassi rappresentano una primaria fonte di energia), oggi questo meccanismo è diventato causa di sovrappeso, obesità e patologie importanti, quali il diabete, la malattia coronarica e i tumori.

Inoltre è stato dimostrato che, attraverso la somministrazione di un antagonista del recettore CB-1, chiamato rimonabant, che ne blocca l’attivazione, il bisogno di ingestione dei grassi diminuisce. Questo fatto ha un risvolto importante: sarebbe possibile inibire i recettori degli endocannabinoidi a livello locale, nell’intestino, e non centrale, eliminando così gli effetti collaterali del loro blocco sul cervello, quali ansia e depressione.

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