Sanihelp.it – Si è svolto lo scorso 9 luglio a Roma presso il Centro di radioterapia ad alta specializzazione UPMC San Pietro FBF, un workshop relativo alla chirurgia stereotassica del cranio e della spina dorsale e dedicato anche alle interazioni tra la radioterapia e la chirurgia endoscopica nelle lesioni alla base del cranio.
Tra i relatori, Carl Snyderman, Direttore del Centro per la chirurgia della base cranica a UPMC e professore di otorinolaringoiatria presso la School of Medicine dell’Università di Pittsburgh, con un secondo incarico in neurochirurgia. Il professore è riconosciuto a livello internazionale come il pioniere dello sviluppo dell’endoscopia nasale, una tecnica chirurgica minimamente invasiva per interventi sulla base cranica.
Secondo Snyderman infatti, il modo migliore per intervenire sui tumori alla base del cranio è l'endoscopia, con piccole sonde che passano dal naso senza le complicate procedure tradizionali. «Questa tecnica è ancora poco diffusa, i risultati dal punto di vista della terapia del tumore sono altrettanto buoni che con le tecniche tradizionali, che prevedono incisioni molto grandi sul volto o sul cranio, ma con una migliore qualità della vita del paziente e costi minori sia per la struttura sia per chi si sottopone agli interventi», ha spiegato il professore. La metodologia risale agli anni Novanta, ma ora consente di trattare diversi tumori: «Solo ora si comincia ad avere una buona base di dati che ci permette di dire che questa opzione è migliore rispetto a quelle tradizionali».
La radioterapia di ultima generazione contribuisce molto: «In alcuni casi radioterapia e chirurgia possono operare. La radioterapia sta ottenendo grandi risultati anche da sola, grazie alle nuove tecniche che permettono di avere un'immagine sempre più precisa dei tumori e di distribuire le radiazioni in modo più efficace e con meno effetti collaterali. Sui tumori della spina dorsale, ad esempio, abbiamo visto un miglioramento del dolore nell'86% dei pazienti e un controllo del tumore nel 90%, risultati superiori a quelli delle altre tecniche», ha aggiunto Dwight Heron, direttore della Radioterapia Oncologica di Upmc .