Sanihelp.it – Investire nella relazione medico-paziente può aiutare a ridurre i costi oncologici. Sembra una provocazione ma i dati della letteratura internazionale e di un progetto pilota italiano dimostrano che una comunicazione efficace aumenta la soddisfazione e la compliance del malato oncologico, migliora la soddisfazione del medico, aiuta a prevenirne il burn out e a ridurre le controversie medico-legali.
In Italia, purtroppo, la comunicazione non fa ancora parte della preparazione professionale degli oncologi. Da una recente indagine, che ha coinvolto tre istituti di eccellenza, l’ IFO Regina Elena di Roma, l’Istituto nazionale dei Tumori di Milano e il Policlinico-Universitario di Modena, risulta che circa il 60% dei professionisti considera la propria formazione universitaria su questo tema poco adeguata (un ulteriore 10% per nulla adeguata) e solo uno su tre ha avuto la possibilità di seguire corsi ECM dedicati.
Il progetto pilota ha coinvolto oltre cento donne con tumore del seno. A ciascuna è stato somministrato un questionario diviso per macroaree: il linguaggio, i tempi e le modalità della visita, il rapporto con il medico, gli effetti delle terapie nella vita sociale ed affettiva del paziente. Un analogo questionario è stato somministrato agli oncologi che si occupano di tumore del seno. I risultati sono stati decisamente positivi per quanto riguarda le donne, in generale soddisfatte del rapporto con il proprio medico. A sorpresa invece sono stati proprio gli specialisti a lamentare una scarsa preparazione sul tema e a chiedere interventi formativi dedicati e maggiore attenzione per la comunicazione.
Altre esperienze significative sono quella del gruppo C.A.R.E. (Comunicazione Accoglienza Rispetto Empatia) composto da un’equipe di multidisciplinare con l’obiettivo di realizzare un manuale sulla qualità della relazione professionale e sulle capacità di accoglienza nella cura dei tumori, e quella del progetto Accompagnarsi nelle storie di malattia oncologica, promosso dalla Fondazione Michelangelo.