Sanihelp.it – Quattro italiani su cento sono emicranici episodici. Soffrono cioè frequentemente di cefalee. Di questi, il 25% passa dallo stato episodico a quello cronico a causa di un abuso farmacologico. I numeri sono quelli di un fenomeno di massa che colpisce tanto gli adulti quanto i bambini, e sono stati presentati nel corso del primo congresso della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee sulle cefalee da abuso farmacologico, tenutosi presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.
Il Bambino Gesù, oltre a puntare su un approccio diagnostico e terapeutico multidisciplinare per quanto riguarda le cefelaee in età pediatrica, conduce e coordina ricerche sulla fisiopatologia delle cefalee primarie (legate cioè a una predisposizione genetica o a problemi di carattere psicologico) al fine di individuare le cause scatenanti della patologia (a oggi ancora sconosciute) e ricerche di tipo farmacologico mirate alla comprensione dei meccanismi di azione di specifici farmaci che hanno dimostrato la propria efficacia.
Malgrado, a oggi, la causa scatenate della cronicizzazione delle cefalee per l’abuso di farmaci è ancora sconosciuta, si è notato però che in soggetti che assumono antidolorifici a causa di sporadiche cefalee (non più di 3 o 4 al mese), l’intensità e la frequenza delle stesse tende ad aumentare con l’assunzione dei farmaci in questione, fino a raggiungere una forma cronica. È inoltre noto che la componente genetica abbia un ruolo determinante nei soggetti che soffrono frequentemente di mal di testa.
Per questo è altamente consigliato rivolgersi sempre a un esperto non appena le cefalee inizino a presentarsi con una certa frequenza, soprattutto se insorgono già in età pediatrica. Solo i consigli di un professionista del settore possono infatti evitare che rimedi assunti con eccessiva leggerezza possano invece produrre effetti contrari da quelli desiderati.