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Tendinopatia dell’Achilleo

Patologie

Sanihelp.it – Il tendine d’Achille, come tutti i tendini, è una struttura molto resistente ma con una capacità di rigenerazione piuttosto lenta poichè poco vascolarizzato. Continue sollecitazioni (come ad esempio quelle provocate dalla corsa), se esercitate in un periodo di sovraccarico, possono provocare microlesioni che le cellule non sono in grado di riparare in breve tempo. Ha origine così questa patologia che costringe l’atleta a interrompere gli allenamenti.


Tra le cause principali all’origine della tendinopatia dell’Achilleo l’eccessivo stress meccanico che, se combinato con fattori congeniti penalizzanti quali un’alterazione dell’appoggio del piede (iperpronazione o supinazione) o un’eccessiva retrazione della catena posteriore (tricipite surale e/o muscoli ischio crurali) aumenta le probabilità di sviluppo della patologia.

Altre cause da non sottovalutare sono: un uso eccessivo di corticosteroidi, antibiotici e alcune categorie di farmaci (quali statine ecc.), uno stile di vita non ottimale, sovrappeso, mancanza di tono trofismo muscolare, scarpe inadatte ecc.

Generalmente, se il tendine non è lesionato, la teninopatia può essere risolta nell’arco di un mese. Ma come? Lo abbiamo chiesto a un tecnico del settore, Gianluca Spinelli, massofisioterapista e personal trainer che opera in diverse strutture di Milano e Provincia.

Di seguito le sue 5 regole per riuscire a risolvere il problema.

1) Riposo
Prima regola: interrompere l’attività sportiva e iniziare fin da subito a praticare applicazioni di ghiaccio localizzate da ripetere più volte al giorno per un tempo massimo di 5/10 minuti per volta.

2) Esame medico
Se le precauzioni suggerite al punto n. 1 non hanno sortito l’effetto desiderato e quindi il dolore è ancora presente, bisognerà prolungare il periodo di riposo a 15 giorni ed eventualmente sottoporsi a una ecografia per valutare l’entità della patologia.


3) Talloniera o plantare
Durante il periodo di riposo sopra descritto potrebbe rivelarsi utile l’utilizzo di una talloniera e/o di un plantare. Si tratta di supporti il cui scopo è quello di mantenere leggermente sollevato il tendine durante le normali attività giornaliere in modo da ridurre la tensione e di conseguenza il dolore.

4) Stretching & Co.
A questo punto il dolore dovrebbe essere rientrato ma il processo di recupero funzionale per la ripresa della normale attività sportiva è ancora in atto. Via libera dunque a stretching per la catena posteriore, tricipiti surali e ischio crurali, massoterapia finalizzata a ridurre i tempi di recupero, potenziamento con esercizi eccentrici ed esercizi di propiocettività.

5) Prevenire è meglio che curare
Se il problema è nato anche a seguito di un fattore congenito e/o di squilibri muscolari, difetti dello stile di corsa ecc. affidati a un professionista del settore per correggere tali problematiche. Sii paziete e dedica il giusto tempo al tuo percorso riabilitativo. Non è facile, lo so, ma è l’unica via da percorrere per tornare ad allenarti in sicurezza!

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