Sanihelp.it – Alti livelli di colesterolo buono (HDL) e bassi livelli di colesterolo cattivo (LDL) sono correlati ad una minor probabilità di formazione di placche di amiloide nel cervello, ovvero di quei depositi tossici di proteine che si accumulano nella parte esterna delle cellule nervose causando l’insorgenza della malattia di Alzheimer.
Questa la conclusione raggiunta da un gruppo di ricercatori dell’Università della California guidati dal dottor Bruce Reed, Direttore associato del Centro di Ricerca sul morbo di Alzheimer della UC Davis.
«Il rapporto tra elevati livelli di colesterolo cattivo e aumento del rischio di malattia di Alzheimer è noto da qualche tempo – spiega il dottor Reed – ma questo studio è il primo a collegare specificamente il colesterolo e i depositi di amiloide tramite l’osservazione diretta di persone in carne e ossa».
Lo studio infatti ha coinvolto 74 persone aventi un’età media di 70 anni a cui sono stati misurati i valori di colesterolo buono e cattivo nel sangue ed i livelli di amiloide nel cervello.
I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica JAMA Neurology, hanno dimostrato che, tra i partecipanti, coloro che avevano i livelli di colesterolo cattivo più elevato avevano anche già iniziato a sviluppare un lieve decadimento cognitivo.
Indicativamente, per il colesterolo HDL il valore ottimale corrisponde a 60 milligrammi o più per decilitro di sangue ( >60 mg/dl) mentre per il colesterolo LDL si raccomanda di mantenere un valore inferiore ai 70 milligrammi per decilitro di sangue ( <70 mg/dl), soprattutto per le persone ad alto rischio di malattie cardiache.
«Questo studio fornisce un motivo in più per prestare attenzione al trattamento del colesterolo nelle persone che stanno sviluppando perdita di memoria – conclude il dottor Reed – Se si tenessero sotto controllo i livelli di colesterolo sin dai primi anni di vita, si potrebbero ridurre significativamente i depositi di amiloide in tarda età e quindi abbattere l’incidenza del morbo di Alzheimer».