Sanihelp.it – L’utilizzo di antidepressivi durante la gravidanza espone il nascituro ad un rischio quasi raddoppiato di sviluppare autismo.
Questa la conclusione di uno studio effettuato presso l'Università di Montreal dal professor Anick Bérard, eminente esperto in materia di sicurezza dei farmaci in gravidanza, dopo l’analisi dei dati relativi a 145.456 bambini, seguiti dal momento del concepimento fino al compimento del decimo anno di età.
«Seppur le molteplici cause all’origine dell’autismo rimangano tuttora poco chiare, gli studi hanno evidenziato l’influenza incrociata di fattori genetici e ambientali – ha spiegato il professor Bérard – La nostra ricerca ha dimostrato come l'assunzione di antidepressivi durante il secondo o il terzo trimestre di gravidanza (un periodo critico per lo sviluppo del cervello nel nascituro) aumenti dell’87% il rischio che al bambino venga diagnosticata una qualche forma di autismo infantile (come l’autismo atipico, la sindrome di Asperger o un disturbo pervasivo dello sviluppo) dai sette anni di età, soprattutto nei casi in cui la mamma assuma inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, spesso conosciuti con l’acronimo SSRI».
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista JAMA Pediatrics, sono da considerarsi molto importanti, soprattutto tenendo conto del fatto che non solo il 6-10% delle donne in gravidanza risulta essere attualmente in trattamento farmacologico con antidepressivi, ma anche che, secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la depressione sarà la seconda causa di morte entro il 2020, un fattore che porterà probabilmente ad un’ampia prescrizione di antidepressivi anche durante la gravidanza.
«Dal momento che la serotonina è coinvolta in numerosi processi di sviluppo pre e post-natale (tra cui la divisione cellulare, la migrazione dei neuroni, la differenziazione cellulare e la sinaptogenesi, ovvero la creazione dei collegamenti tra le cellule nervose) è biologicamente plausibile che gli antidepressivi causino l’autismo se utilizzati nel momento dello sviluppo del cervello del bambino nel grembo materno – conclude il professor Bérard – Alcune classi di antidepressivi (tra cui appunto gli SSRI) inibiscono l’attività della serotonina, una condizione che impedisce al cervello del nascituro uno sviluppo completo».