Sanihelp.it – È sulla cresta dell’onda del successo internazionale da poco più di un anno, ma ne paga già uno scotto pesantissimo. Parliamo di Psy, il rapper sudcoreano balzato agli onori del palcoscenico grazie a Gangnam style, che recentemente ha rivelato, in un’intervista al Sunday Times Magazine di essere alcolizzato.
«Quando sono felice bevo, quando sono triste bevo, quando piove bevo, quando c'è il sole bevo. Se fa caldo bevo, se fa freddo bevo. Non bevo solo quando devo smaltire la sbornia». Parole pesanti le sue, lui che definisce la vodka coreana il suo migliore amico, anche se non disdegna qualsiasi bevanda.
Una vera e propria dipendenza, forse l’effetto collaterale dell’improvviso e planetario successo, oppure l’apice di un problema che ha origini ben più antiche? Alla giornalista inglese, infatti, Psy racconta di un’infanzia difficile, di un padre violento e del bisogno disperato di attenzione, anche di un periodo passato in carcere. La stessa reporter descrive il cantante come in preda a una continua ansia, tanto che durante tutta l’intervista accende una sigaretta dietro l’altra.
Una rivelazione choc che purtroppo accomuna Psy a tanti altri suoi colleghi illustri che hanno o hanno avuto problemi di dipendenza con l’alcol: Ozzy Osbourne, Amy Winehouse, Billie Joe Armstrong dei Green Day, Britney Spears, solo per citarne una manciata. Ma forse questa confessione potrebbe rappresentare per l’artista, sposato e padre di due bambine, una presa di coscienza per avviarsi a un processo di disintossicazione, prima che questa possa avere conseguenze fatali. Ha solo 35 anni, quindi il tempo è dalla sua parte.