Sanihelp.it – La complessità del cervello umano ha reso difficile studiare e curare molti disordini cerebrali, per i quali analisi e ricerche sono state spesso ostacolate dalla difficoltà con cui gli studiosi riescono ad addentrarsi nelle prodigiose funzionalità di questo straordinario organo.
Un gruppo di studiosi dell’Istituto di Biotecnologia molecolare dell’Accademia austriaca delle Scienze, ha quindi cercato di aggirare i limiti riscontrati sviluppando in vitro un micro-cervello umano su cui effettuare gli studi e le ricerche necessarie alla cura di malattie legate all’encefalo, e in particolare della microcefalia.
La microcefalia è una malattia caratterizzata da una significativa riduzione del volume del cervello e quindi della circonferenza cranica. Nella maggior parte dei casi non si associa a una riduzione delle capacità cognitive anche se, in alcuni pazienti, può comportare ritardo mentale, epilessia e paralisi. In diverse situazioni, soprattutto quando la riduzione del volume encefalico è particolarmente significativa, la microcefalia può essere un indicatore di importanti anomalie verificatesi durante lo sviluppo embrionale: queste anomalie possono infatti essere dovute a infezioni virali, ipossia fetale (una condizione causata da carenza di ossigeno), esposizione a farmaci e alcool oppure a specifiche anomalie genetiche.
La ricerca, condotta da Madeline Lancaster e Juergen Knoblich, ha preso avvio dalla coltura di cellule umane staminali pluripotenti (capaci cioè, durante lo sviluppo embrionale, di differenziarsi in uno dei tessuti che compongono l’organismo umano) da cui si sono sviluppati organoidi cerebrali, ovvero formazioni cellulari dal diametro massimo di 4 millimetri che riproducono la struttura generale dell’encefalo. Questi organoidi cerebrali presentano la tendenza a differenziarsi sulla base di identità regionali, proprio come accade negli stadi più precoci del processo di sviluppo del cervello umano: tra la dodicesima e la sedicesima settimana di gravidanza infatti, nel cervello fetale ha inizio una grande proliferazione e migrazione dei neuroni (chiamato differenziamento neuronale), che dà origine alle diverse regioni del cervello.
I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Nature il 28 agosto, hanno permesso di capire che la microcefalia è dovuta ad una differenziazione neuronale prematura: il progetto di ricerca tuttora in atto ha l’obiettivo di comprendere più a fondo i complessi meccanismi di sviluppo dell’encefalo, così da identificare adeguati strumenti di prevenzione a malattie e malformazioni del cervello come la microcefalia.