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Arriva la chirurgia orifiziale, senza tagli né buchi

Sanihelp.it – La chirurgia orifiziale compie importanti progressi. La procedura transanale, in particolare, oggi viene eseguita in diversi centri di eccellenza, in Italia e all’estero, per il trattamento del tumore del retto, una patologia molto diffusa, con oltre 20.000 nuovi casi all’anno nel nostro Paese. 


Oggi, l’80% degli interventi per la rimozione del tumore del retto vengono eseguiti ancora con la tecnica tradizionale all'aperto, cioè praticando un’incisione di 40 centimetri nell’addome. Nel 20% dei casi, invece, si utilizza la tecnica laparoscopica, che riduce, ma non elimina, il trauma e il dolore della procedura tradizionale, dato che è necessario praticare da 4 a 6 fori di 1 centimetro nell’addome e lacerare i tessuti e i muscoli, per raggiungere la parte malata. Sia la procedura tradizionale che quella in aperto scontano una visibilità via via più limitata nell’avvicinamento al tumore, mettendo così a forte rischio i nervi deputati all’erezione nell’uomo e la minzione nella donna. 

La procedura transanale per il tumore del retto prevede, invece, l’utilizzo di uno strumento di 4 centimetri di larghezza, soffice, attraverso il quale vengono inseriti gli strumenti operatori, cioè la microcamera e il bisturi. Il tumore, raggiunto agevolmente, viene a questo punto ingabbiato e isolato, in modo che non tocchi i tessuti limitrofi, per poi essere estratto. 

Grazie alla procedura transanale, si conservano intatti i nervi deputati all’erezione che altrimenti vengono danneggiati riducendo all’impotenza il malato. Nella donna, invece, si conserva la minzione, un altro aspetto di estrema importanza nella vita quotidiana. Tutto ciò grazie a una perfetta visibilità del campo operatorio, superiore sia a quella disponibile in laparoscopia che nella procedura tradizionale all'aperto. La procedura riduce anche il trauma e il dolore.

La tecnica dovrebbe sostituire quella laparoscopica entro 1 anno, considerati i molteplici vantaggi. Al via un protocollo comune del Policlinico Umberto I di Roma e dell’Ospedale Rummo di Benevento, in cui verranno coinvolti 45 indiviui, per monitorare i dati e confrontare i risultati della chirurgia transanale per la rimozione del tumore. 

In sperimentazione all’ospedale di Benevento, anche la chirurgia via bocca per la rimozione dei tumori dello stomaco, ma anche nella chirurgia dell’obesità. In pratica non si asporta lo stomaco, ma si posizionano una serie di punti al suo interno, in modo da ridurne l'apertura. 

Oggi la chirurgia mininvasiva si avvale anche della vagina come via di uscita per la rimozione di tumori di diversi organi: il fegato, il colon, il pancreas e lo stomaco. Questo approccio evita le incisioni di 5-6 centimetri necessarie nell’approccio laparoscopico per l’estrazione delle parti malate. L’unico centro italiano in cui è possibile avvalersi di questa procedura è quello di Benevento.


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