Sanihelp.it – Nella vita quotidiana delle grandi città, una delle cose che contribuisce al caos e al cosiddetto stress metropolitano è il rumore: le voci di centinaia di persone che passeggiano e lavorano si uniscono ai frastuoni degli ingorghi stradali, col loro carico di frustrazione a colpi di clacson e improperi, generando una cacofonia spesso insostenibile al povero orecchio dell'uomo. Chi si rifugia lontano dalle megalopoli va in cerca di pace e tranquillità, che si declinano col solo rumore dolce della natura e di qualche chiesetta di campagna che rintocca le ore di lontano.
Comunque, in realtà il nostro orecchio è tutt'altro che indifeso e alla mercé degli elementi: ci accorgiamo del suo potere quando riusciamo ad insonorizzarci e a creare una bolla di silenzio attorno a noi, ad esempio, mentre i nostri genitori o il nostro partner lamentano qualche mancanza o difetto. Sembra una battuta, ma uno studio condotto dal Massachussets Institute of Technology, in collaborazione con l'Università del Sussex, ha confermato tramite una ricerca che il nostro udito è altamente selettivo: riesce infatti ad escludere alcuni rumori che lo infastidiscono, amplificando al contempo il suono di ciò che cattura la nostra attenzione.
Avete mai fatto caso che, anche in un bar pieno di persone che parlano tra di loro riusciamo ad identificare, pur a volte con fatica, la voce del nostro interlocutore nonostante il brusio di fondo? Non si tratta semplicemente una questione di maggior vicinanza, o di attenzione più focalizzata, ma alla base c'è invece un filtro che permette ignorare il rumore che in quel momento sta distogliendo la nostra concentrazione. Alla base di questo filtro c'è una membrana, situata all'interno dell'orecchio: la membrana tettoriale, che agisce non tanto in base alla nostra volontà, quanto in base alle frequenze dei suoni.
Chiunque abbia subito le critiche di una persona poteva intuire il concetto di selettività dell'udito: ma questa scoperta, che focalizza l'attenzione appunto sulle frequenze dei rumori, può rivelarsi molto utile. Comprendere infatti i meccanismi che accadono all'interno del nostro orecchio potrebbe permettere di sviluppare e perfezionare nuove tecnologie ausiliarie a chi presenta problemi di udito, oltre ad avere possibili implicazioni più facete, come tentare di raffinare il funzionamento dei microfoni e degli auricolari di lettori mp3 e telefonini.